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Liberazione: Gelmini, caos a tempo pieno

Secondo i dati ministeriali, il tempo pieno (40 ore settimanali) è stato scelto dal 34% dei genitori italiani e ben il 56% ha iscritto i propri figli al tempo lungo (30 ore).

03/03/2009
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Liberazione

Loredana Fraleone
Secondo i dati ministeriali, il tempo pieno (40 ore settimanali) è stato scelto dal 34% dei genitori italiani e ben il 56% ha iscritto i propri figli al tempo lungo (30 ore).
Verrebbe da dire: "ben scavato, vecchia talpa!". I media appaiono sorpresi e parlano di bocciatura della riforma Gelmini. Il Ministero della Pubblica Istruzione si trova ora in un caos totale; come far quadrare i conti, ossia i tagli, visto che i genitori chiedono, come è loro diritto, di avvalersi di un modello di scuola ancora in vigore? Soltanto il 3% ha scelto il modello breve a 24 ore settimanali, caldeggiato dalla ministra per ridurre i posti di lavoro e rendere operativi i tagli della finanziaria. Se qualcuno sperava che il movimento della scuola si fosse esaurito nelle grandi mobilitazioni dell'autunno-inverno 2008 ha sbagliato di grosso. Portati a casa alcuni risultati anche se non nella misura sperata - sostanzialmente il recupero del tempo pieno e la possibilità di scelta da parte dei genitori dei vari modelli orari - il movimento "del tempo pieno" contrario al maestro/a unico/a e ai tagli di tempo e di risorse, ha assunto un andamento carsico, ha mantenuto i contatti, i comitati, l'azione quotidiana nelle scuole.
La mobilitazione si è concentrata sulle iscrizioni, l'informazione ai genitori è stata preziosa per svelare l'inganno di una riforma tesa ad affossare il diritto allo studio e ciò che di meglio ha prodotto la scuola in questo Paese. Hanno contribuito le associazioni, alcuni sindacati, in particolare la Flc-Cgil che ha utilizzato le affollate assemblee per il referendum sul contratti. Anche Rifondazione si è mossa in un'ottica di servizio al movimento. Stiamo diffondendo un manuale di (R)esistenza per le scuole su questioni concrete, gestibili nella quotidianità, territorio per territorio, per riconquistare occupazione, agibilità, diritti. Lo straordinario risultato delle iscrizioni al tempo pieno o lungo, non esaurisce l'iniziativa di questa fase che, oltre alla scadenza dello sciopero del 18 marzo indetto dalla Flc, richiede ancora controinformazione, costruzione di reti e comitati, tenuta di un tessuto che è uno dei pochi in grado, per il momento, di reggere l'offensiva regressiva e a tratti barbarica in atto nel Paese. E' prevedibile uno stato confusionale del Ministero nella gestione degli organici, dopo la valanga di richieste di tempo lungo arrivate persino da zone dove il tempo pieno non era mai stato attivato. E' prevedibile una reazione scomposta ed autoritaria del governo, come quella già tentata sulle realtà che resistono alla valutazione numerica in nome delle "differenze" da valorizzare e da non omologare nell'aridità dei numeri. La creatività ed il coraggio, come quelli delle maestre della scuola "Longhena" di Bologna attaccate dalla Gelmini e, a seguire, dal sindaco Cofferati, non sono casi isolati e se anche costituiscono punte avanzate del movimento non mancheranno di ricevere la solidarietà che meritano. Anche questo è prevedibile.