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Liberazione-Il governo finisce la scuola

Il governo finisce la scuola Decreti su superiori e reclutamento dei docenti. Completato il pacchetto Moratti Oal liceo o nel "canale" della formazione professionale già in tenera età ma os...

15/10/2005
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Liberazione

Il governo finisce
la scuola
Decreti su superiori e reclutamento dei docenti. Completato il pacchetto Moratti
Oal liceo o nel "canale" della formazione professionale già in tenera età ma ospitati in "campus" polivalenti e "prof" reclutati dopo la laurea magistrale (triennale e a numero rogorosamente chiuso) e 1 anno di tirocinio. Con gli ultimi due decreti attuativi, Palazzo Chigi ha annunciato il completamento di quelle che si ostina a definire riforme. Ieri sono stati definiti gli ordinamenti delle superiori e le trafile per diventare insegnanti. Trionfale il premier ha definito "avanguardistico" un decreto che riporta la scuola a prima del 1961 (al 1923 per essere pignoli) quando si sceglieva, in base a censo e classe sociale, se imboccare il ginnasio o l'avviamento professionale. In pratica dal 2007 scompariranno gli istituti tecnici e ci saranno otto licei "vocazionali e professionali" (classico, scientifico, tecnologico, economico, linguistico, musicale, tecnologico e delle risorse umane) con diversi indirizzi, meno insegnamenti generali e più ore destinate all'inserimento nel mondo del lavoro, alcuni istituti professionali saranno assorbiti nei licei, altri scivoleranno nell'altro canale secondo indirizzi dettati dalle regioni.
Almeno sulla carta, la Moratti è compiuta, ossia è completa di decreti la famigerata legge 53 del 2003 che prevede l'iscrizione anticipata a materne ed elementari, taglia il tempo pieno e prolungato, comprime il tempo-scuola, consente piani di studio individualizzati dalle prime classi, riporta in auge la "maestrina dalla penna rossa" chiamandola tutor, istituisce il portfolio delle competenze, separa a 15 anni l'istruzione dalla formazione e annacqua l'obbligo scolastico in un generico diritto-dovere che si può assolvere anche lavorando gratis fino a 18 anni presso aziende compiacenti. Non è un caso che tra i primi messaggi entusiasti sia giunto quello di Confindustria che incassa un sistema formativo che addestra alla precarietà e rinuncia al suo ruolo di scuola della Repubblica.

Colpisce sindacati e società civile, l'imposizione in extremis dei decreti, con il piglio autoritario che ha contraddistinto l'intera epoca Moratti incurante della bocciatura incassata solo poche settimane fa dalla conferenza stato-regioni che le impedisce, ad esempio, di stabilire il calendario della sperimentazione della sua riforma alle secondarie. "Brutto pasticcio", "Momento nero, "Riforma virtuale", "Lutto per la scuola". Dalle moderate della Gilda e Uil, fino alle più radicali Cgil e Cobas, passando per Legambiente e Uds, la ministra incassa la solita bordata di fischi e commenti durissimi per aver separato "la scuola di serie A da quella di serie B, con una drastica riduzione di ore e un'offerta caotica. L'istruzione pubblica da diritto viene trasformata in merce", dice ad esempio Enrico Panini, segretario della Cgil scuola Flc. Gli studenti dell'Uds ricordano che non può esserci riforma senza partecipazione e condivisione. Perciò dal 26 ottobre partirà una Carovana dei diritti da Treviso a Palermo per suggerire al futuro governo alternative al doppio canale e politiche per un reale diritto allo studio. "Il decreto sul reclutamento apre la via alla chiamata diretta da parte dei presidi", denuncia il portavoce dei Cobas Piero Bernocchi preoccupatissimo dalle dichiarazioni recenti di esponenti ds e Margherita secondo cui la riforma non sarebbe poi da buttare e comunque non si potrebbe abrogare altrimenti la scuola "precipiterebbe nel caos" (ipse dixit il diessino Ranieri). Plaudono a Moratti solo Snals e giovani forzisti.

Che. Ant.