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Liberazione: Il maestro unico? Un successo , lo garantisce la Gelmini

Gelmini snocciola dati positivi. Pd: sono solo bugie, riferisca in aula

12/09/2009
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Liberazione

Il maestro unico? Un successo. Lo garantisce Mariastella Gelmini: l'introduzione dell'insegnante prevalente alle elementari ha assicurato il tempo pieno a cinquantamila bambini in più rispetto allo scorso anno. «Il disastro che la sinistra prevedeva non si è dunque verificato», commenta la contestata ministra. Questi i numeri forniti da viale Trastevere: l'abolizione delle compresenze ha permesso l'attivazione di 2.191 classi a tempo pieno, ovvero un aumento del 2% netto. Alle famiglie era stato chiesto di scegliere il modello orario, il 30,4% preferisce le 40 ore settimanali, il 58,6% le trenta ore e soltanto l'11% le ventisette e ventiquattro ore. Per il Partito democratico sono soltanto «bugie».
«A scuola il tempo pieno non esiste più» sbotta l'ex ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni (Pd): «E' iniziata l'era del doposcuola». Sotto accusa lo spezzettamento delle ore che compongono il dopo pranzo, ottenute con un patchwork di insegnanti e che, secondo maestri e sindacati, non offrono continuità didattica. Il Pd non dà tregua: «Gelmini ha negato la clamorosa bocciatura del maestro unico espressa dalle famiglie con la quasi totale scelta di modelli superiori alle 24 ore».
Le polemiche non si placano nemmeno per la presa di posizione della ministra sull'ora di religione, posizione naturalmente a favore del Vaticano che mercoledì ha ricordato come l'insegnamento della fede cattolica nelle scuole non va confusa con l'insegnamento delle religioni tout court. E dunque l'ora di religione deve diventare un'ora consacrata allo studio della fede prevalente in Italia, con le stesse prerogative delle altre materie: assegnazione dei crediti e coinvolgimenti degli insegnanti di religione nei consigli di classe. Per Gelmini «farla diventare un'ora in cui si insegnano altre religioni in maniera paritetica non è corretto».
La Cgil scuola reagisce con durezza: «Non è accettabile la richiesta di piegare alle ragioni assolute di una componente della società italiana, servizi, istituzioni e leggi che devono tutelare i diritti di tutti. Nel nostro paese la Chiesa cattolica gode già di numerosi privilegi, molti dei quali andrebbero per lo meno ridiscussi».