Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Liberazione-Il pubblico impiego lotta per tutti

Liberazione-Il pubblico impiego lotta per tutti

Podda, segretario della Fp-Cgil. Il 21 i due cortei saranno accorpati in uno Il pubblico impiego lotta per tutti Alla fine Cgil, Cisl e Uil del pubblico impiego hanno accolto l'invito del si...

20/05/2004
Decrease text size Increase text size
Liberazione

Podda, segretario della Fp-Cgil. Il 21 i due cortei saranno accorpati in uno
Il pubblico impiego lotta per tutti
Alla fine Cgil, Cisl e Uil del pubblico impiego hanno accolto l'invito del sindaco di Roma a tenere un solo corteo. Ma non per questo l'iniziativa sarà "depotenziata". Nessuno fa previsioni, ma il corteo che partirà da piazza della Repubblica potrebbe vedere la partecipazione di 300mila persone. Liberazione ha intervistato il segretario della Fp-Cgil Carlo Podda.

Cosa rispondete all'offerta di un confronto i primi di giugno?

Credo che emergano due elementi: primo, evidentemente il governo sente la mobilitazione che cresce; secondo, c'è la smentita di quanto sosteneva Maroni sull'inutilità del rinnovo contrattuale. Voglio poi aggiungere che questa convocazione ha un sapore elettorale. Sono ben tre milioni e mezzo i lavoratori del pubblico impiego che andranno a votare. Certo, perlustreremo palmo a palmo l'eventuale proposta per verificare se ci cono elementi positivi. Ma vorrei ricordare al governo che non si possono fare pasticci. Per rinnovare il contratto del pubblico impiego occorrono due miliardi e mezzo di euro. Se ci sono queste risorse, bene.

Come sta cambiando il mondo del pubblico impiego?

Rappresentiamo lavoratori con un reddito lordo medio di 25mila euro l'anno. Lo stipendio va tutto in quattro voci ben definite: affitto, o mutuo, generi di prima necessità, istruzione e sanità. Per questi beni, voglio specificare, l'inflazione ha inciso per il 12%. Attenzione, non è l'inflazione percepita. Un dipendente pubblico, oggi, è un lavoratore meno sicuro che si sente attaccato nella propria condizione e che ha il timore di un netto peggioramento. L'8% che chiediamo di aumento, quindi, è assolutamente ragionevole.

Da due anni almeno, non fate altro che scendere in piazza e protestare...

Abbiamo fatto, per la precisione, ben otto scioperi generali. Un triste record per questo governo. Però, voglio dire che la nostra azione è andata assumendo un carattere sempre meno legato ai temi della categoria e sempre più configurabile come la risposta necessaria alla sistematica demolizione da parte del governo del lavoro pubblico, e quindi del servizio pubblico. Il lavoro pubblico è il luogo in cui prende consistenza il diritto di cittadinanza. Non casualmente, alcuni di questi diritti sono garantiti dalla Costituzione. Demolire il sistema pubblico vuol dire attaccare questi diritti.

Per un certo periodo avevate anche voi in qualche modo pensato che la privatizzazione potesse aiutare a risolvere alcuni problemi...

C'è stato un deficit di progettazione. E' stato un limite del centrosinistra, anche in alcuni governi locali. Errori che non hanno permesso di andare oltre la soglia dell'economicità. L'equilibrio economico è un mezzo e non un fine. Per fortuna non si parla più di "meno stato e più mercato". E poi, mi pare evidente che, tanto per citare qualche esempio, come si fa a sostenere che è più economico utilizzare personale delle cooperative in un sala chirurgica, magari a passare i ferri? Se si deprime la prestazione, si attacca il diritto del cittadino al servizio. Potrei fare altri esempio, come quelli presi dagli asili nido. Questa grande stagione della privatizzazione ha dimostrato, poi, che la diminuzione dei costi è una balla. A parte la telefonia non c'è un settore che possa dire di averne ricevuto effetti positivi, parlo sempre del punto di vista dei cittadini.

Il volume di lotte che avete prodotto porta verso uno sbocco di tipo confederale. In qualche modo l'hai detto anche tu prima...

Lo sbocco confederale è un elemento al quale lavoriamo. Voglio ricordare che il pubblico impiego figura nella piattafoma unitaria e che anche Epifani nel chiudere l'assemblea di Chianciano ha fatto un riferimento molto preciso. E' chiaro che solo nella prospettiva confederale si può coniugare la lotta per il contratto con quella per un servizio degno di questo nome.

Fabio Sebastiani