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Liberazione-L'Italia studentesca contro la Moratti. Blocchi della didattica e occupazioni

L'Italia studentesca contro la Moratti. Blocchi della didattica e occupazioni Università, ecco la rivolta dei 3+2 Bollettino delle nuove occupazioni: giurisprudenza di Bologna, la Casa ...

20/10/2005
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Liberazione

L'Italia studentesca contro la Moratti. Blocchi della didattica e occupazioni
Università, ecco
la rivolta dei 3+2
Bollettino delle nuove occupazioni: giurisprudenza di Bologna, la Casa dello studente di Casalbertone a Roma e, per la prima volta in assoluto, anche una facoltà del terzo ateneo della Capitale, architettura che ha le aule nel vecchio mattatoio di Testaccio, capitola nelle mani degli occupanti dopo una partecipata assemblea a biologia. Che siano "novellini" della protesta lo si evince anche dal ritardo di quasi un giorno con cui comunicano alla città la nuova occupazione. Più navigati, quelli della Sapienza - da dieci giorni teatro di facoltà espugnate, cortei, feste e assemblee - che riescono a obbligare il rettore a riceverli pubblicamente nella conferenza d'ateneo che il "magnifico" voleva tenere a porte chiuse. Quando entrano tutti insieme nell'aula magna della Città universitaria sono più di mille. Nei loro interventi ci sono richieste precise: il ritiro blocchi frapposti tra laurea breve e specialistica e il blocco degli aumenti vertiginosi delle tasse degli ultimi tre anni. Dal rettore, per ora, solo risposte generiche ma si strappa un'altra assemblea per il 27.
Ha un capo e una coda, ormai, l'appello degli occupanti della Sapienza per una manifestazione nazionale a Roma il 25 ottobre quando Letizia Moratti proverà a chiudere, a colpi di fiducia alla camera, l'iter del deprecabile ddl che cancella il ruolo dei ricercatori a tempo indeterminato e, con esso, dequalifica ulteriormente l'insegnamento e mette a rischio l'esistenza stessa della ricerca pubblica nel paese. Ritiro del ddl, che ha messo in subbuglio l'intero mondo accademico (dove non si occupa ci sono comunque blocchi della didattica e autosospensioni degli organi accademici) e dimissioni della ministra: queste le prime richieste nella piattaforma che da Roma è stata spedita non solo a universitari e ricercatori di tutta la penisola ma all'intera galassia di scuole, comitati, sindacati e associazioni che hanno dato vita a quattro straordinari anni di mobilitazione contro il pacchetto di riforme firmato dalla manager iperliberista di Viale Trastevere. E per la stretta connessione l'invito è esteso ai precari dello spettacolo e della cultura, anche loro chiamati a manifestare il 25. Per quel giorno, gli universitari hanno in programma un corteo da Piazza della Repubblica fino a Montecitorio dove contano di mescolarsi a professori e ricercatori in sit-in per le stesse ragioni sotto il Parlamento. Non è lo stesso programma della questura che gli ha notificato un divieto subito respinto al mittente dagli occupanti che hanno spedito a Via Genova una delegazione. Ma il ddl, per il movimento studentesco, è solo la punta di un iceberg: "Nelle occupazioni è emersa con forza una critica radicale alle trasformazioni che hanno investito l'università in questi anni: didattica più povera, tempi di studio e di vita insopportabili, l'illusione di un rapporto diretto col mercato del lavoro", si legge nell'appello (che pubblichiamo a pagina 11) che convoca la manifestazione del 25. Un processo che è partito dagli anni '90, inizialmente gestito dal centrosinistra e con risultati non meno disastrosi tanto che a ribellarsi è ora la generazione del 3+2, cresciuta nelle università ridisegnate da Zecchino e Berlinguer a botte di numeri chiusi, obblighi di frequenza, tasse carissime e servizi privatizzati. Come l'intero "popolo della scuola pubblica" anche gli universitari vogliono un processo di autoriforma, democratico e partecipato. Per la nuova Pantera "è ancora presto per tornare a casa. Il nostro tempo - scrivono - è appena cominciato".

Che. An.