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Liberazione-La finanziaria taglia e il governo assume. Chi? Insegnanti di religione

Decreto in vista per altri 3mila docenti scelti dal vescovo. La Cgil: "Un pugno nell'occhio per 100mila precari" La finanziaria taglia e il governo assume. Chi? Insegnanti di religione Fulvi...

21/10/2005
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Liberazione

Decreto in vista per altri 3mila docenti scelti dal vescovo. La Cgil: "Un pugno nell'occhio per 100mila precari"
La finanziaria taglia e il governo assume. Chi? Insegnanti di religione
Fulvio Fania
Tutti i precari sono uguali ma alcuni sono più "uguali" degli altri: la differenza è che sono stati scelti dal vescovo. Stanno infatti per essere assunti in ruolo altri 3.077 insegnanti di religione che si aggiungeranno ai 9.229 già regolarizzati nell'estate. Il decreto per questo secondo contingente di assunzioni speciali non è stato ancora definito ma avanza a passi veloci. La ministra Moratti ha chiesto il necessario parere al ministero dell'Economia e sembra proprio che in questo caso Tremonti sia stato di manica larga. Secondo quanto riferisce la Cisl scuola, infatti, il dicastero della Funzione Pubblica starebbe già approntando il provvedimento sulla base del parere "interlocutorio" del dicastero economico. Solo alla fine di questi passaggi il decreto interministeriale sarà portato all'approvazione del Consiglio dei ministri ma, sempre secondo il sindacato che organizza molti insegnanti di religione, prevederebbe comunque l'assunzione retroattiva dal primo settembre 2005. La notizia è stata rilanciata da "Repubblica online".
Tutto previsto, comunque. Il nuovo stato giuridico degli insegnanti di religione, introdotto dalla maggioranza di governo nel 2003, prevede l'ingresso in ruolo di oltre 15mila docenti in un triennio, il 70% dei posti occupati. Poche settimane fa, intervenendo ad un convegno dei docenti organizzato dalla Cei, la rappresentante del ministero dell'istruzione ha assicurato che la seconda tranche di tremila insegnanti sarà regolarizzata "tra breve". Tutti hanno svolto "regolare concorso", ha sottolineato la dirigente ministeriale, tralasciando il fatto che in diverse regioni - Emilia, Veneto, Lombardia, Liguria, Marche, Umbria e Molise - i posti da coprire superavano i concorrenti. Mariolina Moioli, a nome di Letizia Moratti, ha inoltre candidamente osservato che "manca qualsiasi precedente di concorsi e assunzioni effettuate col coinvolgimento di un'autorità esterna". L'autorità esterna, ovviamente, è la Cei. Nessuno può insegnare religione cattolica se il vescovo locale non lo seleziona e non gli dà il gradimento. Qualche volta il presule ci ripensa, glielo revoca, magari perché il professore di Irc - insegnamento religione cattolica - si è divorziato. Adesso, però, grazie alla nuova legge, anche chi cade in disgrazia ecclesiale verrà salvato ancora una volta dallo Stato, potendo rimanere negli organici della scuola ad insegnare altre materie. Una corsia preferenziale che ha suscitato le proteste della Cgil-scuola, dei Cobas e della Uil.

"Queste altre tremila assunzioni - commenta Enrico Panini, segretario nazionale di Cgil scuola - sono un pugno nell'occhio ai precari, che nel settore sono oltre centomila e aumentano ogni anno. Si tratta del 20% del personale della scuola mentre le graduatorie dei concorsi sono stracolme di persone in attesa. Per gli insegnanti di religione, cioè per una materia facoltativa, il governo paga evidentemente un obolo elettorale; per gli altri precari invece la ministra Moratti disattende una legge votata all'unanimità: non ha predisposto alcun piano triennale di assunzione e ora parla di 30mila in due anni, ciò che non basterebbe a coprire il turn over dei pensionamenti. E tutto questo mentre le manovre finanziarie tagliano i fondi anche agli interventi integrativi in favore dei disabili".

L'ora di religione è una delizia nei rapporti tra i vertici della Chiesa italiana e la ministra Moratti, sempre prodiga di complimenti verso l'episcopato e pronta a smentire, al pari del segretario della Cei, dati troppo allarmanti sul calo di frequenza, che viene ammesso solo per le superiori. Per i vescovi, che pure invocano finanziamenti alla scuola privata, nulla potrebbe compensare la perdita dell'insegnamento cattolico negli istituti statali. Anni fa in cattedra salivano preti e religiosi, ora la platea dei docenti "Irc" è composta in grande parte da laici. Per monsignor Giuseppe Betori, segretario Cei, costituiscono "un bene per la società", perché educano al nesso tra "fede e cultura" ma sono naturalmente anche "una risorsa per la Chiesa". Perciò "non devono tirarsi fuori".

E gli altri precari? Forse dovranno provare con San Precario.