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Liberazione: La scuola: va rivista la legge sulla parità

Una gran quantità di soldi pubblici continua ad essere erogata a scuole ed università cattoliche senza alcun rispetto del dettato costituzionale

26/09/2006
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Liberazione

Gennaro Loffredo
«Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato». L’articolo 33 della Costituzione è estremamente chiaro! Ciononostante si continua a far finta di nulla. Da destra e da certa parte della “sinistra”. Una gran quantità di soldi pubblici continua ad essere erogata a scuole ed università cattoliche senza alcun rispetto del dettato costituzionale e della sofferenza che attraversa, ormai da anni, il sistema nazionale di istruzione statale in ogni suo ordine e grado. Fu il governo D’Alema bis - purtroppo - con la legge 62/2000 a sancire l’entrata a pieno titolo nel sistema di istruzione nazionale delle scuole private. Tra le altre cose, la legge introdusse: l’applicazione anche alle scuole paritarie del trattamento fiscale riservato agli enti senza fini di lucro; l’istituzione di fatto dei buoni scuola statali (300 miliardi di vecchie lire a decorrere dal 2001); l’aumento di 60 miliardi di lire per il mantenimento di scuole elementari parificate; l’aumento di 280 miliardi di lire per le spese di partecipazione alla realizzazione del sistema prescolastico integrato; lo stanziamento di un fondo di 7 miliardi di lire per le scuole che accolgono disabili (per la scuole pubbliche l’accoglimento dei disabili è da sempre obbligatorio).
A peggiorare le cose ci ha pensato il governo Berlusconi, ministro Letizia Moratti, che ha apportato alla Legge 62/2000 rilevanti modifiche: non si parla più di «concessione di contributi», ma di vera e propria «partecipazione alle spese delle scuole secondarie paritarie»; è stata abbassata la soglia di alunni per classe (da 10 a 8) per l’accesso ai contributi che vengono innalzati (12mila euro per una scuola media, 18mila per una scuola superiore); sono più che raddoppiati i finanziamenti per i progetti formativi (da circa 6 milioni di euro ad oltre 13 milioni).

Con due successivi decreti, nella Finanziaria del 2003, il Miur porta alle scuole private e paritarie altri 7.889.484 euro. Nel 2005 si arriva a circa 527 milioni di euro. Nel 2006 vengono ulteriormente incrementati di circa 4,8 milioni di euro per un totale di 532,3 milioni. La legge, inoltre, non prevede alcuna incompatibilità dei buoni statali con eventuali buoni regionali per cui, di fatto, buoni statali e regionali risultano cumulabili.

Abbiamo girato pagina. Il voto più favorevole all’Unione, rispetto al Centrodestra, è stato quello degli insegnanti. Non c’è area del Paese che non veda gli insegnanti di gran lunga in testa rispetto alle altre categorie sociali (imprenditori, commercianti, operai, disoccupati, casalinghe, studenti eccetera.) nel consenso all’Unione. Le aspettative sono tante.

I primi atti del ministro Fioroni, anche se con il “cacciavite”, sembrano andare nella direzione giusta. Restano tuttavia grandi questioni aperte (precariato, esami di stato, innalzamento dell’obbligo, indicazioni nazionali…) ma quella su cui mi preme mettere l’accento in un momento difficile quale quello che stiamo attraversando, ovvero l’irrigidirsi di posizioni ed integralismi religiosi che vedono ormai ogni giorno l’acuirsi di un vero e proprio scontro tra “civiltà”, è la laicità della scuola statale. Laica e pluralista, aperta alla ricerca scientifica, metodologica e didattica, disponibile ad accogliere e a far interagire, alla pari, le diverse sensibilità culturali e religiose che sempre più massicciamente la attraversano. Per far questo c’è bisogno di soldi e i fondi di uno Stato laico devono essere investiti senza ombra di dubbio nel suo sistema di istruzione.

La legge sulla parità va necessariamente rivista; nelle regioni genera dei pasticci enormi nonché confusione nell’attribuzione delle risorse. E nella confusione il dettato costituzionale dell’articolo 33 viene continuamente calpestato. Al tema della laicità Rifondazione Comunista ha sempre dedicato molta attenzione esprimendo posizioni estremamente chiare; e nell’agenda politica del suo dipartimento scuola è in programma un’iniziativa nazionale per la metà di ottobre.