Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Liberazione: Maturità: esame serio, riforma tiepida

Liberazione: Maturità: esame serio, riforma tiepida

Il Cdm vara il decreto: commissioni miste e giudizio di ammissione. Lotta ai diplomifici e bonus per i più meritevoli. Fioroni e Mussi: coordinamento scuola-università

05/08/2006
Decrease text size Increase text size
Liberazione

Alessandro Antonelli

Avanti senza entusiami, ma la buona notizia c'è: il diploma delle superiori riacquista il suo “valore legale”. Con la nuova formulazione degli esami di Stato, varata ieri dal Consiglio dei ministri, la cura Fioroni dà un altro scossone alla controriforma Moratti. Ma è un ritorno al passato o qualcosina di più. La maturità che verrà: commissioni miste, giudizio di ammissione all'esame finale, tolleranza zero contro i diplomifici, coordinamento scuola-università, “bonus” per i più meritevoli. Misure che ripristinano condizioni minime di decenza, ma che fanno il verso, con qualche distinguo, alla riforma Berlinguer.

I contenuti del provvedimento confermano quanto anticipato nei giorni scorsi: ritornano le commissioni miste, composte da tre membri interni e tre esterni, più il presidente, anch'esso esterno, al quale potranno essere affidate non più di due classi. Ritorna anche il giudizio di ammissione agli esami per gli studenti che avranno superato lo scrutinio finale e saldato i debiti formativi.

Minirivoluzione, invece, per il sistema dei crediti, che sembra però contraddire la filosofia del decreto che intende restituire serietà alla prova finale: lo “score” scolastico passerà da 20 a 25 punti mentre scenderà da 35 a 30 quello del colloquio. Resta pertanto in piedi un'altra intuizione non particolarmente felice del modello Berlinguer, ossia il sistema dei “blocchi di valutazione” che spezza il giudizio sulle singole prove e non tiene conto, di fatto, dell'esito complessivo dell'esame.

Altri punti del decreto. Si annuncia un giro di vite nei confronti dei cosiddetti diplomifici: delle task force ispettive vigileranno sul regolare funzionamento degli istituti statali e paritari, e sul corretto svolgimento degli esami di stato. Il numero dei candidati esterni non potrà superare il 50% di quelli interni, fermo restando il limite numerico di 35, ma per loro potrà essere creata un'apposita commissione.

Ma la novità più significativa del decreto è la doppia delega al Governo per far viaggiare insieme scuola e università e premiare le "eccellenze". I ministri Fioroni e Mussi hanno ribadito ieri l'intenzione di coinvolgere gli istituti superiori nelle prove di accesso alle facoltà, mentre per favorire la meritocrazia si parla di un finanziamento di 5milioni di euro per attività extrascolastiche degli studenti, spendibili alla fine del quinto anno per formazione o università. Una misura che a sinistra non fa fare salti di gioia: sarebbe più opportuno investire sui servizi, sulla loro accessibilità e gratuità.

Altre norme riguardano i requisiti di ammissione per coloro che intendono anticipare di un anno l'esame per merito: non solo la media dell'8 per ciascuna materia nello scrutinio del penultimo anno, ma anche quella del 7 nei due anni precedenti.

La seconda prova scritta per gli istituti professionali, infine, assumerà una connotazione piu' tecnica, con prove in laboratorio.

Un pacchetto maturità tutto sommato positivo, anche se da Rifondazione si aspetta di vedere il documento integrale del decreto e soprattutto di capire che piega prenderà l'iter parlamentare: «Non vorremmo - ha dichiarato Loredana Fraleone del coordinamento scuola del Prc - che alcune cose uscite dalla porta rientrino dalla finestra e vengano reintrodotte misure che avvantaggino gli istituti privati».