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Liberazione: Milano, chiusa la scuola italo-araba. Non è conforme alle regole anti-incendio

La direttrice: le lezioni riprendono lunedì. Il ministro Fioroni: non è un caso politico

13/10/2006
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Liberazione

Sergio Raffaele

Milanonostro servizio
Gli impianti non sono a norma e la scuola “Naghib Mahfuz” chiude. Da ieri l’istituto italo-arabo ha temporaneamente sospeso le lezioni per non conformità dell’edificio alla legge sulla prevenzione degli incendi.
Sono stati gli stessi responsabili della scuola a voler sospendere l’attività dopo il sopralluogo effettuato dai vigili del Fuoco lo scorso lunedì, durante il primo giorno di scuola, e il seguente parere negativo al rilascio del certificato di prevenzione degli incendi per «la tutela della pubblica incolumità»: «Se questa è la legge ci adeguiamo», hanno preso atto.

Difficile d’altronde contestare la didattica e il metodo di insegnamento della “Naghib Mahfuz”, a cui nessuno sembra essere particolarmente interessato: il problema è l’edificio, non il suo contenuto. Così lo stop alle lezioni è arrivato da una nuova e flebile contestazione urbanistica.

Nella relazione presentata dai Vigili del fuoco alla scuola, una paginetta scarna, risultano quattro punti contestati: una sola via d’uscita al piano terra, il sistema di chiusura delle porte antincendio difettoso, mancanza di un sistema di allarme e certificazione non conforme. «Si tratta di interventi molto modesti ma abbiamo comunque chiesto ai bambini di restare a casa finché non avremo le certificazioni necessarie. I tecnici sono già al lavoro e oggi stesso finiranno i lavori di manutenzione. Salvo imprevisti le lezioni riprenderanno regolarmente il prossimo lunedì», ci ha confermato la dirigente scolastica Lidia Acerboni.

Intanto, il prefetto di Milano Gianvalerio Lombardi ha firmato il decreto sulla chiusura provvisoria della scuola dopo una riunione con l’assessore all’Educazione, Mariolina Maioli, il direttore scolastico regionale Mario Dutto e il comandante dei vigili del Fuoco Dante Pellicano. «Dalla riunione è emerso che la scuola e i locali destinati all’esercizio dell’attività scolastica sono sprovvisti, attualmente, delle necessarie autorizzazioni e dei requisiti di sicurezza indispensabili per garantire l’incolumità degli allievi, anche in tenerissima età, e degli insegnanti» spiega una nota della Prefettura milanese.

Il vicesindaco Riccardo De Corato continua a parlare di una «situazione di irregolarità» e insiste sulla «mancanza di autorizzazioni», chiede che la municipalità milanese dia «risposte chiare e rapide» sul futuro di via Ventura e chiama in causa il Ministero dell’Istruzione Giuseppe Fioroni.

Il centrodestra tutto vorrebbe farne un caso politico sotto il titolo: «Scuole come queste è meglio che non aprano». Ma il ministro Fioroni replica: «Il problema politico non esiste. La scuola araba, come qualunque altra scuola straniera, ha fatto domanda di autorizzazione. In questo Paese esistono norme e regole che devono essere rispettate. Se le norme saranno rispettate l’Ufficio scolastico concederà l’autorizzazione». E’ già qualcosa.

E mentre il centrosinistra ricorda in coro il diritto costituzionale ad aprire scuole straniere, in regola con i permessi, la sindaca Moratti prende tempo, («avremo occasione di parlarne»), riferendosi sia alla Giunta che alla Commissione Educazione convocate per oggi.

Proprio questa mattina una delegazione di Rifondazione Comunista ha già organizzato un incontro con i genitori e i dirigenti della Naghib Mahfuz per portare solidarietà dopo gli attacchi xenofobi subiti negli ultimi giorni. Un’iniziativa analoga per «sollecitare le istituzioni a prendere una posizione chiara, seria e responsabile» sarà rivendicata da Retescuole e Partito Umanista con un presidio in via Ventura. Intanto gli alunni stanno a casa.