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Liberazione-Ministra Moratti, ritiri il disegno di legge sull'università

"Ministra Moratti, ritiri il disegno di legge" Affollata assemblea a Milano di ricercatori precari, collettivi studenteschi e Rsu sulla proposta che intende riformare le carriere universi...

21/04/2004
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Liberazione

"Ministra Moratti, ritiri il disegno di legge"
Affollata assemblea a Milano di ricercatori precari, collettivi studenteschi e Rsu
sulla proposta che intende riformare le carriere universitarie e il mondo della ricerca
milanonostro servizioContinua la mobilitazione contro il disegno di legge della ministra Moratti che intende riformare le carriere universitarie e il mondo della ricerca. Ieri a Milano le diverse componenti che in questi mesi si sono incrociate nella protesta - ricercatori precari dell'Università degli Studi, collettivi studenteschi e Rsu - hanno provato a fare il punto sulle prospettive della mobilitazione in una partecipata assemblea in Città Studi. Sono intervenuti l'on. Titti de Simone (Prc) della Commissione parlamentare Cultura, Gigi Roggero della Rete nazionale dei ricercatori precari, Francesco Pagnotta dello Snur, Vincenzo Russo dell'Andu (Associazione nazionale docenti universitari), studenti, ricercatori e docenti dei vari atenei milanesi.
La richiesta di ritiro del ddl è il punto unificante emerso subito dall'intreccio delle riflessioni: ogni componente ha portato il proprio punto di vista critico sul mondo dell'università e della ricerca, a partire dalle difficoltà presenti, che il progetto di riforma non potrà che esasperare. I ricercatori hanno raccontato e ragionato della precarietà che accomuna le mille figure invisibili su cui oggi si reggono la didattica e la ricerca in Italia. Dottorandi con e senza borsa, assegnisti, cultori della materia, docenti a contratto: per tutti l'incertezza nelle condizioni di lavoro rappresenta una forte limitazione nell'autonomia della ricerca e nella libertà di insegnamento.

Titti De Simone ha sottolineato la natura autoritaria di un provvedimento che, con il ricorso alla delega, non solo svuota il Parlamento delle sue prerogative, ma nega la parola ai soggetti coinvolti. Ignorando l'ampia protesta sollevata dal ddl, il ministero ha aperto un tavolo di trattative, i cui contenuti non sono noti, con la Conferenza dei Rettori, organo che non può essere considerato rappresentativo dell'intero mondo universitario.

Un altro punto evocato nella discussione insiste sulla privatizzazione della ricerca, che non solo sta portando alla chiusura di molti istituti pubblici, ma riduce fortemente le possibilità di controllo sui metodi e sulle finalità di una ricerca che, soprattutto in campo scientifico, dovrebbe rispondere a bisogni socialmente condivisi.

L'assemblea si è chiusa individuando alcuni momenti concreti per il prosieguo della mobilitazione: la necessità di un'inchiesta sullo stato della precarietà nell'università italiana; la costruzione comune di una piattaforma sindacale per aprire trattative locali con rettorati e consigli di amministrazione; la possibilità di partecipare al MayDay insieme agli studenti portando un contributo sulla precarietà dei saperi. Per tutti rimangono fondamentali lo sciopero del comparto dell'alta ricerca e la manifestazione nazionale di venerdì 23.

I ricercatori precari dell'Università degli Studi di Milano continuano inoltre il loro impegno nella protesta contro il ddl con un appello che ha già raccolto centinaia di firme e che è possibile leggere o sottoscrivere direttamente inviando una email a vogliofirmare@yahoo. it.

Cristina Tajani
Gabriele Baldassarri


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