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Liberazione: «Ministro, perché non vuole l’innalzamento dell’obbligo scolastico?»

Lettera aperta al titolare della Pubblica istruzione

21/10/2006
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Liberazione

Egregio ministro, subito dopo la nomina nel governo Prodi, lei ha suscitato simpatia ed attesa fiduciosa in gran parte del mondo della scuola. L’abbiamo apprezzata quando ha sostenuto in più occasioni il primato della scuola pubblica, affermandolo anche nel ripristino del nome originario del suo ministero.
Ugualmente abbiamo apprezzato il rinvio, propedeutico alla cancellazione di fatto, del decreto Moratti sulla scuola superiore. Siamo stati meno entusiasti di fronte ai provvedimenti sulla scuola di base, che si sono limitati sostanzialmente a confermare ciò che il movimento contro la riforma Moratti aveva già demolito. Ci aspettavamo un po’ più di coraggio e determinazione nel dare indicazioni che restituissero omogeneità, orientamenti precisi ed un po’ di certezza ad un segmento scolastico così determinante per la qualità di tutto il percorso scolastico dei nostri giovani.

Abbiamo apprezzato il suo impegno, all’interno del governo, contro tagli che non sarebbero stati compresi neanche al di fuori del mondo della scuola, ma che sono ancora in parte sul tappeto della legge finanziaria. Ancora tagli su scuola università e ricerca, nonostante gli impegni dello stesso leader dell’Unione, durante la campagna elettorale, che riconoscevano la necessità di destinare finalmente risorse al martoriato mondo della conoscenza italiano.

Siamo rimasti esterefatti di fronte alla sua determinata azione a favore di un aumento dei fondi destinati alle scuole private. Conosciamo bene la sua provenienza e quindi la sua sensibilità nei confronti delle esigenze del mondo cattolico, ma non possiamo comprendere come a fronte di ulteriori tagli o per lo meno reiterati tentativi in questa direzione nei confronti della scuola pubblica (statale), si possa solo ipotizzare di aumentare i finanziamenti a ciò che dovrebbe essere “senza oneri per lo stato”.

Lo sa che i genitori dei bambini della scuola primaria ed elementare debbono fornire la carta igienica per i propri figli perché le scuole non sono in grado di comprarla? Lo sa che nelle scuole superiori si litiga per fare le fotocopie e non si possono mettere in campo quelle preziose attività pomeridiane per combattere la dispersione di cui tanto si parla? Lo sa che nelle scuole superiori ogni anno cambia più del 50% del corpo docente, perché i nostri colleghi precari vengono inspiegabilmente licenziati quando chiudono le scuole per le vacanze estive? Lo sa cosa vuol dire non avere i luoghi fisici dove mettere le classi, dove far fare educazione fisica, senza parlare di quegli oggetti misteriosi che sono i laboratori o gli spazi necessari per il sostegno e le tantte incombenze che ogni giorno piombano sulle scuole? Solo pochi esempi di una quotidianità che i suoi colleghi ministri/ ragionieri non conoscono e non si pongono neanche il problema di conoscere.

Inoltre siamo molto indignati, per l’opposizione ostinata che proprio lei sta mostrando verso l’attuazione del punto più qualificante del programma dell’Unione, quello su cui anche lei è stato eletto e che prevede l’innalzamento dell’obbligo “scolastico” almeno a sedici anni “nella scuola”, senza se e senza ma. Siamo indignati, ma non rassegnati.

Insieme ad altre forze dell’Unione, abbiamo presentato su questo punto un emendamento perfettamente aderente al programma che anche lei ha sottoscritto. Avrà il coraggio di votare contro?

A nome del Prc. Ma anche di tante/i colleghi della scuola che hanno contribuito in modo determinante alla vittoria elettorale dell’Unione
Loredana Fraleone