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Liberazione-Scuola, attacco corporativo alla categoria più ribelle

Il bluff di Cisl, Uil, Snals e Gilda contro lo sciopero generale della Cgil del 18 ottobre Scuola, attacco corporativo alla categoria più ribelle Con l'indizione di uno sciopero della...

12/10/2002
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Liberazione

Il bluff di Cisl, Uil, Snals e Gilda contro lo sciopero generale della Cgil del 18 ottobre
Scuola, attacco corporativo alla categoria più ribelle
Con l'indizione di uno sciopero della scuola per il 14 ottobre, Cisl, Uil, Snals e Gilda tentano di attaccare quello generale del 18, a cui partecipano Cobas, Cub, Rdb e, ovviamente, la Cgil scuola. Vorrebbero ricacciare la categoria più ribelle degli ultimi anni in un ambito corporativo.
Come se questo fosse poi possibile, stante la sostanziale assenza di proposte contrattuali, credibili ed accettabili, nella loro piattaforma. Del resto organizzazioni sindacali che hanno firmato il "patto per l'Italia", che ha come cardini il contenimento della spesa pubblica e la flessibilità del lavoro, non possono che bluffare con l'indizione di uno sciopero del tutto privo di contenuti vertenziali.

C'è di più: un perverso gioco delle parti, una richiesta di accreditamento ai nuovi padroni del governo, facendosi strumento del tentativo di repressione della categoria maggiormente propensa a scendere in campo in uno sciopero generale, che ne può rappresentare anche altre istanze, oltre quella strettamente contrattuale. Per questo le stesse organizzazioni sindacali, in modo maramaldesco, enfatizzano la presa di posizione della commissione di garanzia per lo sciopero, accentuando e persino inventando conseguenze per gli scioperanti, che non esistono.

Siamo di fronte ad una vera e propria operazione politica che, per sostenere il famigerato patto per l'Italia, alza polveroni, cerca di intimidire e confondere e soprattutto rompere l'unità di una categoria, che nello sciopero generale introduce elementi di vivacità e di radicalità. I lavoratori della scuola hanno il "difetto" di costituire un anello di congiunzione naturale tra il mondo del lavoro ed i destini del Welfare, l'agibilità di culture non omologate e la tenuta democratica su diritti fondamentali, un'opposizione culturale alla guerra e la non subordinazione all' american way of life.

Molto apprezzabile la capacità dei Cobas e di altri sindacati di base di cogliere l'attimo, cioè lo sciopero generale, come quello della Cgil scuola di rompere con Cisl e Uil, non solo per la conferma del 18, ma anche per la ridefinizione dell'impianto della piattaforma contrattuale sul terreno economico (salari europei) e su quello della democrazia sindacale (referendum sul contratto). Alla Fiom si affianca così la più grande categoria pubblica, a ricostituire, dopo tanti anni, quell'asse politico culturale, che portò al pronunciamento di entrambe contro il nucleare in una Cgil nuclearista o alle 150 ore, una delle più straordinarie conquiste del movimento operaio.

La mina del 14 ottobre, tuttavia, è pericolosa e va disinnescata, perché gioca sulla paura delle rappresaglie per chi sceglie di scioperare il 18 ottobre, per questo bisogna lavorare per fare chiarezza sulla inconsistenza delle eventuali sanzioni, che al massimo potrebbero portare ad un richiamo scritto per gli scioperanti. E' necessario combattere lo sciopero del 14 chiarendo che ne va della possibilità di aprire questa fase contrattuale e ne va della tenuta democratica sul diritto di sciopero.

Dal canto suo il governo, con qualche correzione sulla finanziaria, anche grazie al clamore sollevatosi subito dalle scuole, cerca di tranquillizzare questo mondo inquieto, che continua a ribollire e a produrre iniziative, che vanno dai ricorsi ed alle agitazioni dei precari, alle mobilitazioni degli studenti, alle assemblee già numerose nelle scuole, alla costituzione di comitati, ai referendum contro i buoni scuola. Lo stesso risultato del referendum in Veneto, privo del quorum, che avrebbe inferto un bel colpo al finanziamento alle scuole private, oltre a registrare un poderoso lavoro di massa, ha fornito comunque la prova che il finanziamento alle scuole private riscuote una larghissima opposizione. Se questa opposizione avesse usufruito di una possibilità d'informazione reale avrebbe prodotto un risultato ben diverso, anche in quel Veneto bianco, dove oggi regna la santa alleanza tra Bossi ed i settori più retrivi della chiesa cattolica.

Il generosissimo impegno dei nostri militanti, in particolare, è ancora una volta un dato per noi estremamente confortante, perché fa emergere quel tratto che porta con sé anche la tenacia e che farà riprendere presto anche in Veneto la mobilitazione per i referendum nazionali.

Abbiamo accumulato un altro patrimonio, fatto di aggregazione, di organizzazione, di unificazione di un fronte più largo. Per il prossim018 ottobre potremo spendere anche quello.