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Liberazione: Scuola, contratto chiuso, ma i soldi non ci sono per esami e scrutini

Fichi secchi e pedalare. Quadro da scuola povero-gesuitica

31/05/2007
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Liberazione

Tiziano Tussi

Sindacati confederali soddisfatti. Ministri del governo di centro-sinistra soddisfatti. Peccato, dicono alcuni commentatori - Epifani, ad esempio - si poteva fare prima, del resto ogni condizione era chiara da tempo. Già ma quali condizioni? Se restringiamo la visuale al comparto scuola, possiamo dire che la firma di questo contratto misura la lunghezza della corda in mano alle due parti. Una corda da impiccato. Il sindacato ha ottenuto il massimo che poteva in termini di aumento salariale. I ministri pure, un grande sconto sul dovuto. La scuola ha ottenuto esattamente nulla. Un aumento risibile per di più pagato dai lavoratori con una vacanza contrattuale di ben 13 mesi. Gli arretrati saranno in effetti corrisposti dal solo febbraio di quest'anno. Il resto del tempo che separa la scadenza del contratto, dicembre 2005, al gennaio 2007 verranno coperti dalla sola "vacanza contrattuale", circa dieci euro al mese. Problemi sempre in piedi: per i prossimi esami di maturità non si trovano i commissari, forse perché non si sono ancora trovati i soldi per coprire il maggiore carico di lavoro che impegnerà gli insegnanti alla fine dei corsi annuali. I presidi non hanno i soldi per pagare i precari, le classi restano così scoperte, oppure restano scoperti i lavoratori precari. Investimenti nella scuola non se ne parla. Il nostro impegno in questo senso è agli ultimi posti di ogni classifica europea. Alcuni anni fa si era blaterato di nuova scuola, di nuovi sistemi di organizzazione del lavoro scolastico: uffici per gli insegnanti, mezzi tecnologici all'avanguardia, ristrutturazione funzionale del lavoro nelle classi. Nulla, a tutt'oggi. C'è chi mette in contrapposizione la riforma Moratti con gli interventi dell'attuale ministro Fioroni: vediamone alcune perle. Moratti diceva che la persona dello studente deve essere centrale per il lavoro dell'insegnante, una terminologia oratoriale pietistica. Fioroni lo ribadisce apponendosi persino ad una sentenza del Tar del Lazio che contesta i crediti scolastici dati a chi frequenta l'ora di religione, come se tale frequenza fosse, in sé, un merito. Il ministro Moratti diceva che occorreva riformare gli istituti professionali e tecnici, trasformando il trasformabile in un Liceo, essendo il resto una scuola di serie B, ed il ministro Fioroni lo sta mettendo in atto con percorso ministeriale che entro giugno del prossimo anno dovrebbe inventarsi anche terminologicamente Licei professionali e Licei tecnici. Il perverso sistema dei crediti e dei debiti scolastici, con al centro la persona dello studente, piani di recupero personalizzati, un dare ed un avere legati all'espiazione morale di buchi culturali che viene ribadita e sottolineata da un aggravio della perversione in Fioroni. Si arriva così a dare tempo un anno e mezzo per recuperare i debiti scolastici. Dalla terza alla quinta classe. C'è sempre tempo per pentirsi. Insomma una via crucis, una visione della scuola che passa per un'ideologia del sacrifico, in contemporanea assenza di mezzi che studenti, insegnanti e famiglie dovrebbero mettere in funzione per il bene dello studente. La scuola come luogo di purezza, non di cultura. Ad ogni firma di contratto, compreso questo, non si inverte la rotta. Fichi secchi e pedalare. Un quadro da scuola povero-gesuitica.
Non si capisce che se non si investono denari ed idee nella scuola, non si può poi pretendere una decenza di risultati. Ed hanno un bel dire le Cassandre di turno, leggasi Pietro Ichino, sulle disfunzioni del pubblico impiego. Dovrebbero più convenientemente chiedersi cosa significhi avere abbandonato la strada della normalità umana per avviarsi sul percorso della scimmiottamento esterofilo della funzionalità tecnicistica che non riesce a fare emergere le intelligenze. Basti pensare al perverso percorso universitario del tre più due, uno sbocconcellamento del sapere assolutamente improduttivo. E' mai possibile che il governo di centro sinistra non capisca che è proprio nella scuola che potrebbe giocarsi la differenza con il centro destra, notoriamente incapace di potenzialità prospettiche? Se la scuola non funziona anche il paese non marcia e vive di conseguenza. Ed i sindacati Cgil, Cisl e Uil lo sanno? Per di più la catarsi che ci troviamo a vivere, ancora una volta, si sostanzia proprio alla fine dell'anno scolastico. Non c'è mai tempo per fermarsi a riflettere a pensare ed a progettare. Anzi dopo la debacle elettorale delle amministrative parziali qualcuno - il perdente della provincia di Milano, Filippo Penati, si è affrettato a dire: "Che peccato avere chiuso i contratti per il pubblico impiego dopo la fine delle votazioni." Non ha capito che se il contratto veniva firmato prima altri voti del centro sinistra sarebbero andati in libera uscita. La scuola, nel pubblico impiego, è questione troppo delicata e complessa per poterla risolvere con uno scontro di cifre. Con un tira e molla su qualche decina di euro.