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Liberazione: Scuola, pago la bolletta o il supplente?Il dilemma dei presidi senza una lira

Roma sta nascendo una rete di insegnanti precari, alcuni senza stipendio da un anno. Pre-intesa per il contratto

02/06/2007
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Liberazione

Laura Eduati

Supplenti senza stipendio, persino dalla maturità 2006. Le casse delle scuole sono vuote, i presidi costretti a evadere le tasse dell'immondizia pur di pagare i docenti precari. Rischiando una denuncia dalla Guardia di Finanza.
Nei casi peggiori, quando l'insegnante non c'è, radunano gli studenti in palestra o li spalmano in altre classi. Con quali conseguenze per l'apprendimento, è facile immaginarlo.
A maggio Fioroni ha dato il via libera alla assunzione a tempo indeterminato di 3.060 insegnanti di religione, sotto la protesta dei sindacati che da mesi chiedono la messa in regola di 50mila insegnanti e 10mila Ata (personale non docente) precari.
Così a Trieste i bambini hanno venduto i loro giocattoli per pagarsi il supplente. E' l'iniziativa «disperata» di un comitato di genitori e insegnanti che denunciano il dimezzamento dei fondi alla scuola pubblica, sancita nuovamente dalla Finanziaria del 2007 che nei prossimi tre anni toglierà all'istruzione 3,175 miliardi di euro anche attraverso la riduzione del 5% di docenti segretari e bidelli.
Ieri pomeriggio gli alunni si sono radunati in piazza e hanno venduto pupazzi e macchinine a 10 centesimi, raccogliendo una cifra simbolica da consegnare al ministro Fioroni: un'ora di stipendio di un supplente. Giusto ieri il ministro della Pubblica Istruzione apprezzava il discorso del presidente di Bankitalia Mario Draghi che indicava nella scuola il motore dello sviluppo di un Paaese e prometteva: «La scuola deve ampliare l'offerta, trovando metodiche innovative».
A Roma un gruppo di giovani supplenti è deciso a creare una rete di protesta, come peraltro già avvenuto a Bologna e a Milano. «Tra il 2000 e il 2006 i governi hanno ridotto i fondi per la scuola statale per più di 760 milioni di euro» scrivono nel manifesto che convoca per martedì 5 giugno una prima assemblea pubblica all'istituto G. Galilei di via Conte Verde. Invitati non soltanto i professori ma anche studenti e genitori. Non si tratta di poche decine di insegnanti, ma di centinaia di casi. Finora ognuno si è arrangiato per conto suo, spedendo una ingiunzione di pagamento al ministero e ricorrendo agli avvocati. Primo punto della protesta: pagamento immediato degli stipendi arretrati. Ma anche l'assunzione a tempo indeterminato dei supplenti temporanei. Dal 1 marzo, il nuovo governo ha rivoluzionato il sistema di finanziamento della scuola affidando ad ogni singolo istituto la gestione degli stipendi dei docenti precari - prima era di competenza del ministero del Tesoro. E proprio Padoa-Schioppa attraverso la ragioneria generale dello Stato ha dato ordine di monitorare le spese degli istituti per «supplenze brevi e saltuarie», da concludersi entro l'8 giugno.
Il liceo della periferia romana dove lavora Elisa (nome di fantasia, ndr) possiede un "tesoretto" di 9 mila euro per pagare 6 supplenti a tempo pieno da gennaio. Ma con quei soldi la preside assicura lo stipendio soltanto a due persone. Il dilemma si è risolto così: la scuola ha smesso di pagare le tasse dell'immondizia e alcune bollette pur di dare qualche soldo agli insegnanti. Quando arriveranno i finanzieri, la dirigente scolastica proverà a spiegare.
Al consiglio di classe di fine maggio, Elisa e gli altri prof si sono sentiti dire: «Non sappiamo se e quando avrete i soldi». Dopo poche ore i supplenti entravano in stato di agitazione. «Vado al lavoro per dovere civico, e per mantenermi faccio la guida turistica il pomeriggio» racconta Elisa. Indignata perché il denaro manca, ma solo per i supplenti. Per le attività extrascolastiche come il corso di teatro, invece, i finanziamenti ci sono. Non è un caso che la preside abbia chiesto ai genitori degli studenti di pagare obbligatoriamente la tassa di iscrizione, finora volontaria. L'importo aumenterà dagli attuali 70 ai 100 euro. Una sorta di contributo delle famiglie al posto dello Stato, perché i figli non perdano ore preziose di lezione.
Non riguarda i precari la pre-intesa siglata due notti fa tra i sindacati della scuola e l'Aran (tavolo di concertazione) per il rinnovo del contratto. La firma è quella della Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola e Snals-Confsal mentre la Gilda ha preferito attendere la convocazione dei propri organi statutari. Alzare gli stipendi è il primo proposito dei sindacati.
«Temiamo che il prossimo anno scolastico i presidi smetteranno di chiamarci chiedendo ai docenti di ruolo di sobbarcarsi le ore buche facendo gli straordinari. Ma quando verranno pagate quelle ore?» si chiede Elisa. Dal 2001 al 2005 il numero di alunni è aumentato di 106mila unità, grazie anche ai figli degli stranieri, ma le nuove classi sono state soltanto 364. La Flc -Cgil ha calcolato che durante il governo Berlusconi i docenti di ruolo sono 26mila in meno del 2001, mentre i precari il 26% in più. I più colpiti: gli insegnanti di sostegno per i portatori di handicap.
Nel frattempo non diminuiscono gli episodi di bullismo che si guadagnano l'attenzione della cronaca: a Lecce un gruppo di undicenni ha estorto 200 euro ad un compagno di classe, mentre in un paesino ligure una ragazzina di 16 anni è stata picchiata a sangue dalle amiche perché considerata «troppo bella».
«Non stupiamoci se nella scuola troviamo la gioventù bruciata» conclude la supplente Elisa. «Gli studenti hanno bisogno di insegnanti di ruolo e motivati che li seguano»