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Liberazione: Su Università e Ricerca il governo ha perso un'occasione

Per i precari dell'Università e della Ricerca nella Finanziaria solo briciole

19/12/2007
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Liberazione

Fabio de Nardis*

Nel corso dell'esame in Assemblea della legge Finanziaria 2008, il Governo ha presentato tre maxiemendamenti che riproducono in larga parte il testo licenziato dalla Commissione Bilancio, con alcune modifiche. Rifondazione, nella dichiarazione di voto del compagno Andrea Ricci, ha voluto giustamente sottolineare la novità del metodo con cui si è giunti a definire il testo finale. Esso è infatti il frutto di un lavoro di integrazione e modifica svolto dal Parlamento sulla proposta originaria del Governo. In tal modo, hanno potuto trovare spazio temi e problemi nuovi, provenienti dalla società civile e dalle realtà territoriali. Pur ritenendo che con questa Finanziaria si muovano dei passi importanti nella direzione di favorire la competitività del sistema produttivo nazionale senza escludere forme rilevanti di redistribuzione, rileviamo che la manovra ancora è debole nella determinazione di quella svolta di cui il Paese ha bisogno con urgenza al fine di scongiurare la crisi sociale che lo investe. In particolare riteniamo che ancora troppo poco sia stato fatto per fornire risposte ai lavoratori precari. Pur apprezzando le misure di stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, non condividiamo né comprendiamo la scelta del Governo di escludere da tale misura i precari dell'Università e della Ricerca che da anni chiedono giustizia di fronte a quella che ormai si va configurando come una forma nuova di sfruttamento che travolge l'intero universo dei lavoratori della conoscenza.
Paventiamo il rischio di cedere eccessivamente alle richieste del Partito Democratico che, nelle figure degli onorevoli Tocci e Ghizzoni, avevano chiesto fin dall'inizio la modifica della Finanziaria specificando che, oltre ai collaboratori dei partiti, dalla stabilizzazione tout court fosse escluso anche il personale a contratto che svolge compiti di insegnamento, ricerca e collaborazione nelle Università e negli Enti pubblici di ricerca. Anche la Conferenza dei Rettori, forse con una maggiore cognizione di causa, aveva affermato esplicitamente che quelle norme contenute nell'art. 146 della Finanziaria presentavano potenzialmente profili di illegittimità andando a ledere l'autonomia universitaria costituzionalmente garantita. Il ministro Mussi intervenne a questo riguardo con una lettera al Messaggero in cui si affermava che quella norma della Finanziaria che avrebbe previsto la stabilizzazione dei precari non era in realtà applicabile alle Università e che al fine di evitare qualsiasi equivoco aveva già presentato un apposito emendamento alla Commissione Bilancio della Camera. Questa iniziativa per quanto legittima è stata però presa senza consultare preventivamente i partiti della maggioranza e questo è a nostro avviso un errore di metodo che speriamo non si ripeta in futuro.
Come Area della Conoscenza di Rifondazione Comunista denunciamo per l'ennesima volta la condizione disastrosa in cui versano le Università e gli Enti di Ricerca in Italia, dove è ormai noto che lavorano docenti e ricercatori precari in numero superiore al personale strutturato. Questo stato di precarietà nuoce non solo alla vita dei diretti interessati, ma anche alla qualità della ricerca e della didattica, come tra l'altro è stato riconosciuto da tempo anche nella "Carta europea dei ricercatori" e nel "Codice di condotta per la loro assunzione" paradossalmente adottato, per primi, proprio dai Rettori italiani fin dal luglio 2005. Malgrado questa presa di coscienza il precariato negli Atenei continua a crescere, intaccando fortemente la possibilità che l'Italia possa divenire veramente competitiva sul piano internazionale.
Per compensare quello che riteniamo essere un grave errore commesso dal Governo, crediamo senza dubbio che la soluzione possa essere rappresentata dall'immediato bando di nuovi concorsi purché siano rapidi, in numero congruo e che soprattutto tengano realmente conto dei crediti accumulati in anni di lavoro precario. Ci aspettiamo che il Ministro Mussi e il Governo tutto si prendano a cuore una situazione gravosa a cui fino ad ora si è deciso inspiegabilmente di non dare risposte adeguate.
*Coordinatore Dipartimento Università e Ricerca Prc-Se