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Liberazione: Tagli alla scuola, Onda e Cgil riportano la protesta in piazza

Domani sciopero generale della conoscenza e manifestazioni regionali. Epifani sarà a Palermo

17/03/2009
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Liberazione

Con la primavera alle porte, rifiorisce anche il movimento contro i tagli alla scuola decisi dal governo sotto la regia del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, anche se il "prestanome" della famigerata "riforma" è l'inconsistente ministra dell'Istruzione Mariastella Gelmini. L'occasione per tornare in piazza la offre lo sciopero generale dei settori della conoscenza - scuola, università, ricerca, conservatori, accademie, formazione professionale - proclamato dalla Flc Cgil per domani.
Tante saranno infatti le iniziative regionali - cortei, presidi, assemblee nazionali - che accompagneranno lo sciopero. I lavoratori si mobiliteranno dal Piemonte alla Sardegna e "clou" della giornata sarà la manifestazione nazionale che si terrà al teatro Politeama di Palermo che verrà conclusa dal leader della Cgil, Guglielmo Epifani. Una scelta non casuale, in quanto fatta proprio «per rimarcare la centralità del mezzogiorno sui temi della conoscenza».
Anche stavolta gli studenti dell'Onda non mancheranno di far sentire la loro voce, dopo i bagni di folla autunnali. Da giorni Rete, Uds e Udu si stanno organizzando per la mobilitazione e alcuni atenei italiani hanno già annunciato, attraverso comunicati, la partecipazione alla protesta: da Roma a Milano, da Padova a Torino, da Genova a Palermo. A Milano l'Onda partirà da Porta Venezia, mentre nella Capitale l'appuntamento è per le ore 9 a piazzale della Minerva. «Il protocollo di restrizione dei percorsi dei cortei firmato a Roma in questi giorni - si legge nel comunicato diffuso dall'Onda dell'Università "La Sapienza" - insieme alla limitazione del diritto di sciopero non ci impedirà di tornare a praticare conflitto in forme selvagge e imprevedibili». L'Onda de "La Sapienza" annuncia quindi un altro appuntamento nazionale «per il 28 marzo in coincidenza con la manifestazione lanciata dai sindacati di base all'inaugurazione del G14 su welfare e lavoro».
Su Uniriot.org, il network delle facoltà ribelli, si annuncia un'altra "mareggiata": «Torniamo in piazza, riprendiamo a scioperare, costruiamo un'altra Onda!». Contro i tagli all'istruzione, contro la privatizzazione degli atenei, ma anche per un nuovo Welfare: «Reddito per tutti, precarietà per nessuno». Il movimento ci tiene a ribadire la propria «autonomia e irrappresentabilità» da parte di singoli partiti politici, anche se il bersaglio della protesta sono chiaramente le scelte compiute dalla destra al governo. «Le conseguenze dei tagli si vedono già, è stato annunciato il prossimo aumento delle tasse e del numero chiuso», spiega a la Repubblica.it Alioscia Castronovo, studente dell'Onda della facoltà di Lettere dell'università di Roma "La Sapienza".
L'elenco delle adesioni allo sciopero di domani è lungo: si va dai partiti della sinistra (Rifondazione comunista, Comunisti italiani) alle associazioni professionali e dei genitori (Cidi, Cgd, movimento insegnanti precari, ecc..). Ma anche personalità come Margherita Hack hanno dato il loro sostegno. «Per questo governo - si legge nell'adesione dell'astrofisica - università e ricerca sono uno spreco e quando si deve tagliare per prima cosa si taglia la ricerca, si blocca il turn over, si obbligano tanti neolaureati e neodottori di ricerca a emigrare o a cambiare mestiere».
Oltre al taglio di 87 mila docenti e 42 mila lavoratori del personale Ata, la Flc Cgil contesta la filosofia di fondo che ha guidato le forbici di Tremonti. «Tutta questa partecipazione, dai politici, agli studenti, alle famiglie - commenta il segretario generale della Flc Cgil, Mimmo Pantaleo - dimostra che il nostro è uno sciopero condiviso così come lo sono i nostri obiettivi: far cambiare rotta al Governo, che ha previsto insostenibili tagli al sistema dell'istruzione e della formazione, nell'interesse del Paese. Per uscire dalla crisi bisogna mettere al centro la conoscenza come volano dello sviluppo e della crescita economica e sociale».