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Liberazione-Tutte le bugie su via Quaranta

Tutte le bugie su via Quaranta. Parla il coordinatore dell'Ulivo al comune di Milano Antonazzi: "La vera paura è il precedente di una scuola araba parificata" Claudio Jampaglia Milano n...

21/09/2005
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Liberazione

Tutte le bugie su via Quaranta. Parla il coordinatore dell'Ulivo al comune di Milano
Antonazzi: "La vera paura è il precedente di una scuola araba parificata"
Claudio Jampaglia
Milano nostro corrispondente
Una ventina di bambini sono tornati a studiare in Egitto, mentre gli altri lo fanno sul marciapiede. Li hanno dipinti in tutti i modi, sono stati spesi fiumi di sociologismi e pressappochismi (un esempio: gli alunni a giugno erano 391 e non 500 come tutti scrivono da giorni, bastava chiederglielo), ma pochi conoscono la storia della scuola di via Quaranta. Uno di questi è Sandro Antoniazzi, storico segretario della Cisl milanese, consigliere comunale e "coordinatore delle opposizioni" a Palazzo Marino, sconcertato dalla piega della situazione.

Amministrazione e centrodestra gridano all'illegalità, ma cosa è la scuola al centro delle polemiche?

Intanto continuo a ripetere che in via Quaranta non c'è nessuna scuola islamica ma una scuola arabo-italiana, dove alle elementari si studiano - per il 50% in lingua italiana - i programmi della scuola egiziana statale e le ore di religione sono due alla settimana come nelle scuole italiane. Il problema, quindi, non è l'islamismo. Le famiglie vogliono per i loro figli un titolo parificato, valido in Italia e in Egitto; non sanno dove vivranno i loro figli e comunque mi sembra un loro diritto.

Ma l'amministrazione comunale dice di aver fatto il possibile per la parificazione e che tutte le proposte sono state rifiutate&
Il comune un paio di anni fa aveva inviato alcuni mediatori culturali e basta, quest'anno di fronte alla volontà di parificazione della scuola il Comune aveva assicurato per iscritto che si sarebbe attivato per identificare una sede adeguata per favorire il percorso. Conoscendo l'inadeguatezza della loro sede, la direzione dell'istituto non avrebbero fatto la richiesta di parificazione se non ci fosse stata questa disponibilità. Poi il comune ha compiuto un totale voltafaccia per paura, l'assessore si è ritrovato addosso tutte le critiche e non ha retto. Ora fanno finta di non essersi capiti, ma le carte parlano e dicono il contrario. Si sono tirati indietro.

In mezzo ci sono diversi articoli di denuncia sui giornali e una campagna contro la scuola?

Purtroppo Magdi Allam sul Corriere ha acceso la miccia sulle cosiddette madrase e An, Lega e pezzi di Forza Italia sono andati a nozze. Le cose sono state presentate malissimo. Questi commentatori conosceranno benissimo l'islam ma non conoscono la scuola di via Quaranta. E la storia è diventata l'esempio del cattivo modo di rappresentare i fatti: tutti parlano della scuola e ce ne fosse uno che conosce e racconta i fatti. Qui non c'è nemmeno una questione ideologica, che sarebbe comunque cosa seria, siamo alle fantasie e alle opinioni pregiudiziali.

Ma cosa manca alla scuola per la parificazione?

Intanto l'istituto è al 90% regolare perché è una scuola paterna e tutti quelli che hanno iscritto i figli hanno rilasciato una dichiarazione di responsabilità sull'educazione come previsto dalla legge. Poi tutti gli egiziani (circa l'80%) ottengono un diploma dal consolato egiziano, riconosciuto in Italia. E un alunno con il diploma di terza media egiziana potrebbe formalmente iscriversi alle superiori italiane. Nel marzo scorso l'istituto ha presentato una domanda di riconoscimento come "scuola per stranieri in Italia", come la scuola americana, quella svizzera o tedesca. In queste scuole si insegna con propri insegnanti, con propri programmi, con le proprie lingue, ma si è sottoposti all'esame di idoneità della scuola pubblica italiana. Per le elementari in via Quaranta lo facevano già e si stavano attivando per le medie, ma il ministero si è spaventato perché se riconoscessero una scuola araba per stranieri a Milano si aprirebbe la strada ad altre richieste in tutta Italia. Questa è la vera paura.

Intanto il provveditorato ha offerto l'inserimento dei ragazzi nelle scuole pubbliche con tre ore pomeridiane di lingua e cultura araba e le famiglie hanno rifiutato&
Questi genitori vogliono il doppio titolo, quello italiano e quello egiziano, questa è la parificazione. Vogliono che i loro figli parlino arabo e parlino italiano, vogliono una scuola bilingue che dovrebbe essere considerata una cosa avanzata dal punto di vista didattico e politico. E la proposta del provveditorato non gli va bene.

E quali sono le soluzioni possibili al momento?

Intanto ci sono 73 bambini che possono riprendere la scuola materna in via Quaranta con il semplice riconoscimento dell'agibilità da parte dell'Asl; la scuola elementare potrebbe rimanere "paterna" trasferendosi in un ambiente adeguato e intanto riproporre la domanda come scuola paritaria per l'anno prossimo; mentre per gli 80 alunni circa delle medie si potrebbe prevedere l'inserimento nella scuola pubblica rafforzando le ore di lingua e cultura araba con un programma specifico e adeguato. Non mi sembra impossibile.