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Liberazione-Un affare per le compagnie assicurative"

Intervista a Beniamino Lapadula della Cgil "Un affare per le compagnie assicurative" "Una riforma che in realtà è un modo furbesco di fare regali alle assicurazioni e di portare in cass...

28/07/2004
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Liberazione

Intervista a Beniamino Lapadula della Cgil
"Un affare per le compagnie assicurative"
"Una riforma che in realtà è un modo furbesco di fare regali alle assicurazioni e di portare in cassa sostanziose risorse, circa 7 miliardi, attraverso l'incameramento all'Inps del trattamento di fine rapporto". Beniamino Lapadula, responsabile economico della Cgil, non ha dubbi: questa cosiddetta riforma è un buon affare per la maggioranza ma una disgrazia per il paese. Senza contare che si apre un "vero conflitto di interessi" che vede il presidente del Consiglio ancora una volta tra gli attori principali con la proprietà di Mediolanum.

Una riforma molto concreta, soprattutto se valutata con gli occhi dell'esecutivo e, in particolare, del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Sì, non c'è dubbio. A partire dal trattamento di fine rapporto. Il meccanismo del silenzio assenso, infatti, per come è formulata la legge, finirà col determinare che chi tace consentirà di far incamerare all'Inps il suo trattamento di fine rapporto e l'Inps con quelle risorse farà cassa: potrebbero arrivare 7 o 8 miliardi.

E la vicenda delle assicurazioni?

Il vero regalo fatto alle assicurazioni è quello che riguarda l'equiparazione tra i fondi pensione sia chiusi che aperti, e le polizze individuali, quelle che partono dall'iniziativa delle singole compagnie assicurative. Se fosse stata pubblicata la legge sul conflitto di interessi questa vicenda sarebbe dovuta finire dritta dritta all'antitrust. Mediolanum è una compagnia importante, che ha da poco stretto importanti alleanze. Sui fondi contrattuali è seconda a San Paolo, e su quelli individuali ha posizioni importanti, una di quelle che ha chiuso più contratti.

Questa riforma è pessima anche per quello che "non fa", ovvero il tema del futuro previdenziale dei precari.

Non c'è nulla per li giovani precari. Semmai un tentativo di incamerarsi il loro tfr. Vengono distrutte tutte le parti positive della riforma Dini, ovvero la flessibilità di uscita.

C'è poi il problema dei prepensionamenti.

Apri un capitolo drammatico. Il 2008 arriverà e l'effetto scalino comporterà per i lavoratori maschi di fatto un blocco di cinque anni. In mezzo rimarranno tutti quelli che saranno interessati dai processi di ristrutturazione. Se oggi le imprese riescono a tenere i cinquantenni, figuriamoci i sessantenni. Ho calcolato che vengono bloccate un milione e mezzo di persone, senza contare l'impatto sul mercato del lavoro.

Fabio Sebastiani