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Liberazione-Università, nuove occupazioni e corteo in vista

Università, nuove occupazioni e corteo in vista E, a Pisanu che li accusa per gli scontri del 25, gli studenti rispondono annunciando una contro-inchiesta. Di nuovo in piazza il 17 e nello sciop...

11/11/2005
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Liberazione

Università, nuove occupazioni e corteo in vista
E, a Pisanu che li accusa per gli scontri del 25, gli studenti rispondono annunciando una contro-inchiesta. Di nuovo in piazza il 17 e nello sciopero generale
Il black out della stampa, dovuto allo sciopero de cronisti, non ha fermato il movimento studentesco che, negli ultimi giorni ha continuato a elaborare piattaforme e a occupare spazi. Un "manifesto per l'autoriforma dell'università" è stato il risultato della lunga assemblea nazionale di domenica scorsa alla Sapienza con 400 tra studenti e ricercatori giunti da almeno sedici cittadelle universitarie. Dopo tre settimane di occupazioni e mobilitazioni, l'assemblea ha ribadito la stretta connessione tra il ddl Moratti, quello appena approvato e che precarizza la ricerca pubblica, con il riordino accademico - il 3+2 di Zecchino -ereditato dal precedente governo di centrosinistra e con i processi di privatizzazione dei servizi e degli spazi. "La produzione di saperi e relazioni è per sua stessa natura anti-economica, non misurabile in unità di tempo e in crediti formativi. Il sapere vivo non è riducibile a merce. E' un processo collettivo e cooperativo, radicalmente alternativo alla logia dell'università-azienda, individualista e competitiva", scrivono "gli atenei in rivolta" indicendo manifestazioni per il 17 novembre - la giornata mondiale del diritto al sapere indetta dal forum sociale di Porto Alegre - e per il 25, sciopero generale contro la finanziaria.
Intanto, da Genova a Cosenza, continuano le occupazioni: sotto la Lanterna, di fronte a Lettere, è nato Humpty-Dumpty, luogo per nuova socialità e contro il copyright mentre all'Università della Calabria la "resistenza studentesca" ha preso possesso della facoltà di Scienze politiche. Ma a Roma Pisanu, "ministro del governo della guerra alla cultura", ha provato a smentire ogni evidenza accollando agli studenti pacifici, che manifestavano il 25 ottobre, la responsabilità delle violenze di polizia mostrate da tutti i tg e da cui aveva preso le distanze perfino la questura. "Le affermazioni di Pisanu non solo falsificano gli eventi ma confermano come questo Governo, fin dall'inizio, abbia deciso di dare alle lotte sociali un'unica risposta, quella dell'uso della forza durante i cortei e del controllo quotidiano dei comportamenti sociali", ribattono gli occupanti della Sapienza annunciando una controinchiesta.

I loro colleghi di Udu e Uds, sigle ispirate dalla Cgil, hanno chiesto ieri all'Unione, con una conferenza nella sala stampa di Montecitorio, l'impegno su dieci punti programmatici in discontinuità con l'era Moratti. Ma su questo il movimento studentesco non si illude: solo 24 ore prima, una delegazione di occupanti della Sapienza ha contestato un forum ds su Università e ricerca convocato sulla base di un documento che, "non solo non contiene nessuno dei contenuti della nostra mobilitazione (e non parla affatto di abrogazione delle riforme Moratti), ma parla di consolidare il 3+2, innalzare le tasse universitarie, aumentare la presenza e l'ingerenza dei privati, creare organi decisionali ancora più feudali", hanno spiegato i contestatori che distribuivano tanti piccoli pacchi, i "doni" di Berlinguer-Zecchino: crediti, frequenza obbligatoria, precarietà, numero chiuso, alienazione".

Che. Ant.


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