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Libertà-I sindacati chiedono aumenti dell'8%, il governo offre il 3,6%

I sindacati chiedono aumenti dell'8%, il governo offre il 3,6% ROMASfilano per le strade di Roma in 50, 100...

22/05/2004
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Libertà

I sindacati chiedono aumenti dell'8%, il governo offre il 3,6%


ROMASfilano per le strade di Roma in 50, 100mila (300mila dicono gli organizzatori), poi in piazza danno sfogo alla propria rabbia con trombe e fischietti, in uno sventolio di bandiere di Cgil, Cisl e Uil, nella sfilata pittoresca di personaggi con la maschera di Berlusconi. E, alla fine, nel liberare in aria palloni con la faccia del ministro Maroni, di Tremonti e del premier etichettati, per l'appunto, come "palloni gonfiati". "Ha scioperato l'80% dei tre milioni di lavoratori interessati", dicono Cgil, Cisl e Uil. Dipendenti statali in piazza. "Siamo ancora qui, dopo 6-8 scioperi generali di comparto e di categoria - dice Guglielmo Epifani, segretario della Cgil - per chiedere il cambiamento di una politica economica profondamente sbagliata". "Non ci stancheremo - avverte Savino Pezzotta, segretario della Cisl - se qualcuno ha pensato di poterci fiaccare sappia che il sindacato ha un potenziale di mobilitazione inesauribile: cento, mille iniziative. Metteremo in campo tutta la nostra fantasia e creatività". Cinque mesi sono passati dalla scadenza del contratto per il Pubblico impiego. I sindacati chiedono adeguamenti dell'8% per il prossimo biennio, il governo ha messo in bilancio il 3,6%. "L'8% chiesto dai sindacati a mio modo di vedere è eccessivo - dice Gianfranco Fini, vicepresidente del consiglio - e comunque sarà oggetto di confronto". I sindacati sono stati convocati per il 3 giugno, ma la convocazione arrivata solo 24 ore prima dello sciopero non ha convinto i sindacati. "Aveva un che di elettorale", sospettano Cgil, Cisl e Uil. Fini ha da ridire anche sulla tempestività dello sciopero: "Con altri governi si avviavano le discussioni un paio d'anni dopo la scadenza, qui sono passati solo 5 mesi". Ma nel comparto della Sanità, come spiega il segretario della Uil Fpl medici, Armando Masucci, le cose non stanno esattamente così: "Il nostro contratto è scaduto dal 2001". E conferma lo sciopero del 3 e 4 giugno. "In Finanziaria - dice ancora Epifani - non ci sono risorse sufficienti per il rinnovo contrattuale. A febbraio del 2002 abbiamo siglato una intesa con il governo, ma non è stata rispettata. Non stanziando risorse per la sanità, la scuola, gli enti locali, il governo dimostra la volontà di non credere nei servizi dello Stato, dà un valore pari a zero al lavoro pubblico". Non ci sono solo i contratti nel mirino dei sindacati (alla protesta hanno aderito anche Cisal e Ugl, mentre i Cobas hanno sfilato in un altro corteo contro il precariato). La protesta si estende anche alla riforma delle pensioni. "Il governo deve assicurare la realizzazione di fondi di previdenza complementare. Invece di onorare l'impegno ha approvato una delega che, mascherata dietro il principio di equiparazione, ha l'intento di tagliare la copertura pensionistica dei dipendenti pubblici", dice Pezzotta. Se per medici, università, ricerca il contratto è in alto mare, un primo accordo ieri è stato siglato per i dirigenti statali. Alessandro Cecioni