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Libertà/Pc: Pantaleo: «Non buttiamo a mare 250mila persone»

noi oggi abbiamo delle graduatorie a esaurimento nelle quali sono iscritte 250mila persone, che per altro hanno fatto master e tirocini, e quindi voremmo capire come si concilia questo processo di formazione iniziale, il rapporto tra formazione iniziale e reclutamento e il fatto che ci sono 250 mila persone a cui bisogna dare una risposta

29/08/2009
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Libertà

ROMA -

Il ministro Gelmini ha parlato delle Ssis (scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario) come di una fabbrica di precariato e di un'esprienza ormai superata. Chiediamo a Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, se è d'accordo. «Che bisognasse superare il metodo della formazione non c'è dubbio, anche perché avevamo una situazione anacronistica in cui l'abilitazione non portava a un possibile sbocco occupazionale nella scuola ma a iscriversi in liste e graduatorie con migliaia di persone. C'era una sfasatura tra formazione e occupazione. Il punto vero è un altro: noi oggi abbiamo delle graduatorie a esaurimento nelle quali sono iscritte 250mila persone, che per altro hanno fatto master e tirocini, e quindi voremmo capire come si concilia questo processo di formazione iniziale, il rapporto tra formazione iniziale e reclutamento e il fatto che ci sono 250 mila persone a cui bisogna dare una risposta».
Tradotta brutalmente la domanda è: cosa ne facciamo di queste 250 mila persone?
«Certo. Perché se l'idea è dire `buttiamoli a mare e cominciamo un nuovo ciclo', come ho sentito dire qualche volta dal ministro, non credo che ci troverebbe d'accordo».
Per il ministro è venuto anche il momento di fare nuove assunzioni sulla base del fabbisogno.
«Ma quali sarebbro i fabbisogni? Nei prossimi tre anni noi prevediamo una riduzione di 140 mila persone tra insegnanti e personale tecnico amministrativo. E' quello il fabbisogno? L'idea qual è? Quella di una riduzione del personale e quindi la richiesta dovrebbe adeguarsi? Oppure dobbiamo pensare che il fabbisogno coincide con le esigenze che oggi hanno le scuole? Anche qui dobbiamo essere chiari, perché l'impressione è che l'idea del ministro sia quella di una drastica riduzione del personale».
Come vede la proposta di un anno di tirocinio per gli insegnanti?
«I percorsi sono diversi. Il tirocinio nella scuola primaria dovrebbe avvenire nel corso del quinquennio mentre per il resto sarebbe di un anno. Il punto vero è capire intanto quali dovrebbero essere i contenuti del tirocinio, fare in modo che rappresenti una possibilità per chi poi dovrà insegnare di poter svolgere attività di relazione, di programmazione, attività di team e di laboratorio».
Carlo Rosso