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Libertà/Pc: «Piove sugli spartiti» ll Nicolini lancia l'Sos

Drammatico degrado della sede con 600 studenti. Una riforma a metà, perchè alla legge 508/99 non sono ancora seguiti i regolamenti attuativi. E il 40 per cento dei fondi tagliati all'Alta formazione artistica. Più un contratto dei docenti del comparto che è lettera morta da 44 mesi.

07/05/2009
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Libertà

Piacenza ai vertici della classifica nazionale per numero di concerti tenuti ogni anno, ma al Conservatorio Nicolini - fucina di talenti internazionali e provvido di docenti altrettanto talentuosi - piove sugli spartiti degli studenti, letteralmente, e sugli strumenti. Nel filone didattico-sperimentale della sede diretta da Fabrizio Dorsi rietrano corsi di assoluto prestigio ed innovatività, vedi l'Informatica musicale, ma la situazione dei servizi igienici, che hanno quasi un secolo di onorato lavoro alle spalle, è di forte degrado così come quella delle cantine, dove ultimamente sono occorse drastiche operazioni. D'inverno per soggiornare in alcuni locali della sede serve il cappotto. Con la neve, dicono dagli uffici, è stato un autentico disastro. Qui arrivano studenti da tutto il mondo, l'Erasmus ha innalzato ulteriormente l'aplomb internazionale di questo angolo di città.
Al civico 37 di via S.Franca, che accoglie una vasta serie di attività collettive come il solfeggio, un edificio la cui proprietà sarebbe in capo al Demanio (con una comproprietà a pianoterra del Comune, che quattro anni fa era intervenuto a porre rimedio alle falle dei coppi del tetto) si continua a cantare e a suonare, ma la musica riesce stonata.
Al corpo centrale del Conservatorio, al numero 35 di via S.Franca, dove si tengono le lezioni individuali, va un pò meglio, nel senso che di recente era intervenuta la Provincia per una manutenzione straordinaria delle coperture, ma infiltrazioni dei muri o nel salone principale sono all'ordine del giorno. Lo stato di compromissione di una struttura dove ogni giorno entrano 101 dipendenti del personale e 600 studenti è una realtà che lo stesso presidente del Conservatorio, Danilo Anelli, conferma, impegnato com'è a trovare una soluzione. Di mezzo ci sta proprio il carattere "ibrido", anzi, doppiamente ibrido del Conservatorio. «Che ora include due scuole diverse - fa luce il direttore, Fabrizio Dorsi - il percorso ordinamentale, ad esaurimento, e quello uscito dalla riforma, che si configura con un triennio e un biennio, ma è sperimentale». «Riforma a costo zero» per lo Stato, precisa il direttore amministrativo Annalisa Mannella, che da una parte ha comportato l'ingresso nel Conservatorio piacentino di un ricco elenco di nuove discipline, ma i cui costi di realizzazione sono sulle spalle del Conservatorio. Quanto al turn-over delle competenze su "chi deve fare cosa" alla struttura, il nodo è tanto cruciale quanto complesso, in puro stile italiano: il Demanio è proprietario, la manutenzione sarebbe della Provincia dal '96, ma al momento non esiste una convenzione che sancisca tale realtà. Da aggiungere che Palazzo Garibaldi avrebbe destinato 180mila al recupero, se non fosse che il Patto di stabilità gli ha legato le mani, come ribadisce l'assessore Calza. Invece il Comune, comproprietario col Demanio della sezione al civico 37, con l'assessore Brambati afferma trattarsi di atteso intervento più di natura statale, «perchè non è scuola di nostra competenza, ma siamo disposti a parlare del reperimento di uno strumento di negoziazione». In mezzo c'è (ci sarebbe) lo Stato.
Simona Segalini
simona.segalini@liberta.it

Morsia (Flc Cgil)

«Risorse urgenti per proseguire»

(sim.seg.) Una riforma a metà, perchè alla legge 508/99 non sono ancora seguiti i regolamenti attuativi. E il 40 per cento dei fondi tagliati all'Alta formazione artistica. Più un contratto dei docenti del comparto che è lettera morta da 44 mesi. «Come Flc Cgil - denuncia la responsabile piacentina Raffaella Morsia - chiediamo vengano subito individuate risorse per questo settore. Diversamente, realtà come il Conservatorio di Piacenza si troveranno a rischiare davvero. Servono inoltre con urgenza - incalza la Morsia - i regolamenti attuativi della 508, affinchè venga sciolto una volta per tutte il nodo cruciale: ovvero, i Conservatori svolgeranno anche l'istruzione di base oppure solo l'istruzione superiore?».
Ed è sempre la responsabile sindacale della Camera del lavoro piacentina a sollecitare «una modifica della stessa legge 508, nel punto in cui prevede una totale precarizzazione del lavoro».
La legge 508/1999 fu varata con l'intento di proiettare i Conservatori di musica (insieme ad altre istituzioni del comparto) nella fascia di studi superiori, trasformandoli in Istituzioni di alta formazione artistica e musicale in grado di rilasciare diplomi di primo e secondo livello. Ma a 10 anni dall'entrata in vigore «la riforma è drammaticamente incompleta».