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Libertà/Pc: Scuola: anno nuovo, problemi vecchi

Per Cgil e Cisl è una vera e propria «emergenza insegnanti»

13/09/2007
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Libertà

I sindacati di settore fanno il punto della situazione alla vigilia dell'avvio del nuovo anno scolastico


Anno scolastico nuovo, problemi vecchi. Anzi, in alcuni casi a Piacenza si può parlare di vere e proprie emergenze. A lanciare l'allarme sono i sindacati di categoria: «Ci troveremo presto di fronte a una gravissima discontinuità didattica - affermano Raffaella Morsia della Cgil e Marina Molinari della Cisl - visto che le lezioni inizieranno con docenti pescati dalle graduatorie provvisorie, che dovranno poi essere sostituiti tra ottobre e novembre da quelli che ne hanno diritto. Questo non per colpa loro, ma perchè il bando per la presentazione delle richieste scadeva a luglio, troppo tardi per poter concludere in tempo tutte le operazioni di assegnazione. E poi non era mai successo che a metà settembre non fosse emanato l'incarico di fatto del personale ausiliare».

Una circostanza, quest'ultima, che rischia di creare una situazione paradossale soprattutto in alcuni paesi della provincia: «I posti mancanti degli Ata - spiegano ancora le rappresentanti dei lavoratori - sono circa trenta, alcuni casi sono clamorosi: alle nuove sezioni di asilo a Gossolengo e Castelsangiovanni non è ancora stato assegnato personale, dunque a oggi non c'è nessuno che possa anche semplicemente aprire e chiudere il cancello».
La critica più dura dei sindacati è però rivolta alla questione nomine degli insegnanti: «Gli studenti rischiano di trovarsi spiazzati tra qualche settimana, quando molti docenti, prevediamo circa il 20 per cento, sarà sostituito dagli aventi diritto che nel frattempo saranno stati nominati. Una situazione che rende i precari ancora più precari e non consente ai ragazzi di avere una coerente e regolare offerta formativa. Ma i genitori non guardino a noi per le responsabilità».
Ma a Piacenza ci sono altri importanti nodi ancora da sciogliere: «Le classi serali autorizzate sono insufficienti, perchè definite quando le iscrizioni erano ancora aperte. Ciò probabilmente impedirà a molti di coloro che hanno già iniziato, di non poter finire il percorso scolastico secondo l'indirizzo scelto. Capitolo anche per il sostegno ai ragazzi disabili: le assegnazioni sono arrivate prima di conoscere le reali esigenze, ora l'organico è insufficiente di almeno 17 unità».
Le critiche di Morsia e Molinari non si fermano qui: «Alcune novità recentemente introdotte dal ministro Fioroni sono condivisibili, ma alla base c'è un filo rosso legato al contenimento della spesa che rischia di renderle inefficaci: perchè reintrodurre il tempo prolungato se poi lo si subordina a una disponibilità economica che gli istituti rischiano seriamente di non avere? L'istruzione è un diritto che non dovrebbe essere condizionato da dinamiche economiche, siamo contro gli sprechi ma in un settore fondamentale per la crescita di tutto il Paese si deve investire molto di più».
In tal senso, un altro elemento negativo di carattere generale, è ritenuto il mancato rinnovo contrattuale: «Non è accettabile di iniziare un altro anno con il contratto scaduto - aggiungono i sindacati - soprattutto dopo i rinnovi che hanno interessato altri dipendenti pubblici. Tra l'altro i lavoratori della scuola sono gli statali che di gran lunga sono meno assenti e coloro che hanno bisogno di maggiore formazione e aggiornamento, che si può fare solo con adeguate risorse».
Ma nella piccola riforma voluta dal ministero è tutto da buttare? «No - rispondono - non tutto: siamo d'accordo con l'aumento dell'età dell'obbligo a 16 anni, con la reintroduzione dell'ammissione all'esame di terza media e del tempo pieno e con le norme più restrittive per chi sostiene la maturità da privatista. Ci piacciono anche i nuovi programmi che lasciano più libertà alla progettualità degli istituti».
Michele Rancati