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Libertà/Pc: Scuola, le critiche CGIL. Per molti indirizzi scelte "a scatola chiusa"

Il convegno alla Camera del Lavoro. «È la prima volta che per una riforma - commenta Patroncini - le famiglie si ritroveranno a scegliere indirizzi a "scatola chiusa". Ci sono ancora regolamenti che non hanno completato il loro iter, e c'è l'incertezza più totale»

31/10/2009
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Libertà

La riforma Gelmini? «No, non è una riforma. Piuttosto qualcosa che "deforma"». Non ha dubbi Pino Patroncini, della Flc-Cgil nazionale, a definire, con ironia, i cambiamenti che avverranno nella scuola con i passi che sta muovendo il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Ieri, infatti, alla Camera del lavoro, si è svolta un'assemblea conoscitiva sui possibili scenari futuri della scuola secondaria di secondo grado, alla quale ha partecipato anche Antonella Dosi, dirigente del servizio Sistema scolastico della Provincia di Piacenza, con un dibattito moderato da Mattea Cambria, della Flc-Cgil locale.
Tutto con il condizionale, però, viene sottolineato dal sindacato, «e tutto in stand-by». «È la prima volta che per una riforma - commenta Patroncini - le famiglie si ritroveranno a scegliere indirizzi a "scatola chiusa". Ci sono ancora regolamenti che non hanno completato il loro iter, e c'è l'incertezza più totale». La Flc-Cgil fa qualche ipotesi: «I sei licei - si legge in una nota distribuita al pubblico intervenuto, professori e dirigenti scolastici - in realtà saranno dodici e forse più: il classico, lo scientifico, che però ha anche una opzione scientifico-tecnologica, l'artistico che avrà tre indirizzi, il linguistico, il musicale-coreutico, e il liceo delle scienze umane che avrà anche un'opzione economico-sociale». «Nei bienni - prosegue lo scritto - non esiste nessuna area comune, né con gli altri licei né tanto meno con le altre scuole secondarie superiori». Ancora «confusione», poi, «per l'obbligo scolastico fino a sedici anni»: «Non c'è un'architettura specifica - fa notare Patroncini - per favorire o giustificare l'obbligo a sedici anni. Nei bienni dei licei non esiste nessuna area comune, quindi niente biennio unitario. L'area comune c'è nei tecnici e nei professionali, ma, anche se ciò può essere utile per quell'utenza, il messaggio complessivo che manda è bruttissimo: è come se l'unitarietà fosse una cosa utile solo per "vili meccanici", mentre i liceali vanno "aristocraticamente" allevati e indirizzati fin dai quattordici anni».
L'unica certezza «è lo slittamento per l'iscrizione alle superiori a fine febbraio». «A quattro mesi dall'iscrizione - aggiunge Raffaella Morsia (Flc-Cgil) - gli studenti, però, non sanno ancora nel dettaglio cosa potranno scegliere. È una riforma fatta da confusione, e grande incertezza normativa: deriva da una Finanziaria che ha portato solo dei tagli». «Siamo l'unico Paese - le fa eco Cambria - che ultimamente non sta investendo nell'istruzione, come hanno fatto Spagna e Germania».
Ancora nessuna indicazione specifica, fa sapere Dosi, sul «processo di programmazione» di competenza della Provincia, le cui decisioni sono prese «dal Consiglio» e che si concluderà entro il 30 novembre. Sui trentasei alunni disabili senza sostegno nel piacentino (v. Libertà di venerdì) è ferma l'intenzione della Flc-Cgil, qualora non vi siano risposte risolutrici, «di presentare un esposto alla Procura di Piacenza».
Alessandro Rovellini