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«Ma le facoltà matematiche non conoscono la parola crisi»

Domande a Giuseppe Roma direttore Censis

27/01/2011
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La Stampa

3 Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, che sta accadendo all’università italiana?

«In Italia ormai ci si divide in due blocchi su tutto. E sull’università c’è chi dice che non serve a nulla e chi invece sostiene che è meglio continuare a studiare che restare ignoranti. E’ questo tipo di approccio che sembra meno diffuso».

Soprattutto nelle università statali.

«Abbiamo realizzato da poco una ricerca su questo tema. Risulta che circa il 20-30% delle università è riuscita a realizzare una ristrutturazione e quindi ha ancora forte attrattiva, la gran parte però segue modelli superati».

In Italia si laureano meno giovani: un fallimento del Paese o una ristrutturazione necessaria perché le università così come sono congegnate non funzionano?

«Da un lato un problema dell’offerta perché anche in momenti di crisi il sistema dovrebbe permettere di creare lavoro. Se andiamo a considerare i dati disaggregati ci rendiamo conto però che il calo non interessa facoltà di materie scientifiche quanto quelle giuridiche dove c’è una diminuzione dell’8%Non penso che l’Italia possa considerarsi in crisi se un certo numero di giovani non si laurea in giurisprudenza». [FLA. AMA.]