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Macachi, potrà riprendere la sperimentazione nelle Università di Torino e Parma

Il Consiglio di Stato ha dato il via libera allo studio che si propone di ridare la vista a persone cieche a causa di lesioni al cervello. Il ricercatore Tamietto: «Abbiamo perso un anno e mezzo per colpa di teorie complottiste e negazioniste»

29/01/2021
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la Repubblica

SImona Lorenzetti

Via libera del Consiglio di Stato alla sperimentazione delle Università di Parma e Torino sui macachi. I giudici amministrativi hanno respinto il ricorso presentato dalla Lav che chiedeva lo stop. Si chiude così una strenua battaglia a suon di carte bollate che ha visto contrapporsi gli atenei e l’associazione animalista. I giudici di Palazzo Spada lo scorso ottobre avevano sospeso in via cautelare il progetto Light-Up degli atenei piemontese ed emiliano, che si propone di ridare la vista a persone cieche a causa di lesioni al cervello. Nel frattempo, avevano disposto alcune verifiche. In sostanza, agli esperti della «Fondazione Bietti per lo studio e la ricerca in Oftamologia» era stato chiesto di rispondere entro 70 giorni a quattro quesiti.Oggi, 28 gennaio, i giudici si sono espressi sul merito e nelle prossime settimane verrà depositata la motivazione.

Dure le parole della Lav: «Per i macachi sono finite le speranze di salvezza. Abbiamo combattuto una battaglia per oltre due anni, contro i giganti favorevoli alla sperimentazione animale. Oggi non ha perso solo la Lav, e gli oltre 440.000 cittadini che hanno aderito alle nostre richieste, ha perso tutta la ricerca, ha perso l’Italia dove si continua a voler difendere una sperimentazione fuorviante, dispendiosa e ancorata al passato, a discapito del diritto e della vita di tutti e dei metodi innovativi di ricerca».

Esprimono soddisfazione le Università di Torino e Parma, che sottolineano «con preoccupazione e rammarico il considerevole ritardo accumulato (ben 20 mesi) nelle attività progettuali, nonché le false accuse che sono state rivolte contro dottorandi, ricercatori, personale e istituzioni pubbliche a causa della campagna denigratoria che, per alcuni tratti, ha travalicato i limiti del confronto sereno e del reciproco e doveroso rispetto su questioni tecnicamente complesse e con indubbi, delicati, risvolti etici, sfociando anche in minacce, aggressioni e deturpazioni perpetrate su suolo ed edifici pubblici delle città e degli Atenei coinvolti».

Il professor Marco Tamietto, dell’Università di Torino, è a capo della ricerca: «Siamo pronti a tornare in laboratorio oggi stesso. Abbiamo perso un anno e mezzo di tempo per colpa di una teoria negazionista e complottista. I dati scientifici e il rispetto di tutti i valori etici erano chiari fin da subito. Adesso ripartiamo, ma questa vicenda ha creato un danno pubblico al valore della ricerca, alle vite delle persone e al diritto dei pazienti di essere curati».

«Si chiude oggi una triste pagina giuridica del nostro Paese che si sarebbe potuta concludere sul nascere anni fa». Questo il commento della scienziata e Senatrice a vita Elena Cattaneo sulla decisione del Consiglio di Stato. «È importante che le ragioni e il rigore delle valutazioni scientifiche proposte dai ricercatori, i professori Marco Tamietto e Luca Bonini, abbiano prevalso sulla propaganda».


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