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Manifesto-A scuola, mal di riforma

A scuola, mal di riforma Protestano in piazza studenti e precari. Settimana di fuoco per la legge Contro Moratti. Ieri sit-in degli studenti e manifestazione degli insegnanti precari a Roma davanti ...

20/02/2003
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il manifesto

A scuola, mal di riforma
Protestano in piazza studenti e precari. Settimana di fuoco per la legge
Contro Moratti. Ieri sit-in degli studenti e manifestazione degli insegnanti precari a Roma davanti al ministero. In vista del passaggio conclusivo in Senato, annunciate altre mobilitazioni
IAIA VANTAGGIATO
Un it-in dei precari aderenti a Cgil, Cisl e Uil davanti al ministero dell'istruzione con tanto di tamburelli, fischietti e "santino": la beata è "Santa Letizia Moratti che liberò la scuola dall'istruzione, dalla sapienza, dalla cultura e dal lavoro". I blasfemi sono alcuni irriverenti militanti della Cgil. Comincia così - all'indomani dall'approvazione alla camera della riforma Moratti - la settimana di mobilitazione annunciata nei giorni scorsi dai sindacati confederali. Insegnanti e personale Ata - oltre un migliaio provenienti da tutta Italia - hanno protestato contro le mancate assunzioni a tempo indeterminato e i tagli ai posti di lavoro. Imminente anche la consegna al ministro di un appello-denuncia: diecimile le firme già raccolte per chiedere la regolarizzazione dei precari e la loro immissione in ruolo.

Sono 200.000 - denunciano i docenti - i posti vacanti nella scuola e altrettanti sono gli insegnanti precari. Una situazione "inaccettabile", per il segretario della Cgil scuola Enrico Panini che su quei posti chiede immissioni in ruolo immediate; "inspiegabile" per Massimo Di Menna della Uil e "irresponsabile" per Daniele Culturani - segretaria della Cisl scuola - che definisce "incomprensibile" il blocco delle assunzioni e si spinge sino a dichiarare lo stato di "mobilitazione permanente, con il ricorso a tutte le modalità di protesta". Tra le quali - si spera - la Cisl faccia rientrare anche quella dello sciopero.

I tempi, infatti, stringono e nulla di buono sembra poter uscire dal "tavolo di conciliazione" intorno al quale siederanno, oggi, ministero e sindacati. E se nessuno sciopero è stato ancora proclamato, la mobilitazione per il 24 marzo è già cominciata.

E intanto, insieme alle cifre, i precari snocciolano le loro (e non solo loro) richieste: salvaguardia del diritto allo studio e della qualità della scuola, garanzia degli standard attuali del sostegno per i disabili, equità nella riformulazione delle tabelle di valutazione, garanzia per l'aggiornamento delle graduatorie provinciali delle supplenze Ata e certezze sui meccanismi di reclutamento futuri.

Punto - questo - assai dolente: grazie alla legge approvata ieri, infatti, le assunzioni verranno effettuate per chiamata diretta. Una efficienza presunta, commenta ancora Panini, dietro cui si nasconde una non sopita voglia di caporalato.

Non si placano, intanto, le polemiche sul disegno di legge delega approvato ieri dalla camera e in procinto di tornare al senato per l'approvazione di due emendamenti passati in Commissione Bilancio. Il primo formale, sostanziale il secondo: per ogni decreto attuativo della riforma, il governo dovrà presentare e far approvare una legge di spesa. La riforma, insomma, anche se approvata rischia di non poter essere attuata.

Una riforma di cartapesta, come la definisce Filippo Poleggi dello Sdi, che non solo non presenta alcun carattere innovativo ma che - come spesso accade per le leggi delega - è priva di qualsiasi "copertura dinamica". Il rischio del collasso viene paventato dal senatore Ds Costantino Garraffa che su questo tema ha presentato una interrogazione al ministro Moratti e inoltrato una segnalazione al ministero degli Interni.

Critiche anche da parte dello Snals: "I nodi cruciali di questa riforma non sono stati sciolti". Peccato che subito dopo lo Snals si affretti, comunque, a prendere atto dell'approvazione della stessa.

E dopo le preoccupazione già espresse nell'ambito della maggioranza dall'Udc - che ha presentato sette ordini del giorno chiedendo al governo di graduare l'applicazione dell'anticipo scolastico, risolvere il problema dei precari e quello degli insegnanti di sostegno - ieri ad alzare educatamente la voce c'ha provato anche Comunione e Liberazione. Che "esprime tre preoccupazioni per il futuro": la libertà di scelta tra scuola statale o paritaria (cattolica?), l'educazione e la libertà di insegnamento. Non si può che concordere a patto che gli amici ciellini consentano a tutti di continuare a leggere Darwin in classe.

Lancia in resta, avanza infine anche l'Unione degli studenti: chiedono a Moratti la revisione del riordino dei cicli e il ripristino del biennio unico per tutti sino ai 15 anni, garanzie sull'effettiva partecipazione degli studenti agli organi collegiali, autonomia degli insegnanti nella scelta dei libri di testo, sviluppo della professionalità del personale docente, e abolizione del buono scuola. Chi "non" ascolterà per primo Donna Letizia?