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Manifesto-Alunni non italiani, i numeri lombardi

Alunni non italiani, i numeri lombardi Gli alunni stranieri in Italia sono 285mila (3,5% della popolazione scolastica). La regione con più studenti stranieri è la Lombardia (68.423 studenti, 5,9% ...

15/09/2004
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il manifesto

Alunni non italiani, i numeri lombardi
Gli alunni stranieri in Italia sono 285mila (3,5% della popolazione scolastica). La regione con più studenti stranieri è la Lombardia (68.423 studenti, 5,9% del totale). In quattro anni sono raddoppiati: nel 2000/2001 erano 34.455. Nel 2004 a Milano sono 28.690 (6,4%), 10.072 a Brescia (7,6%), 7.583 a Bergamo (5,6%), 4.729 a Varese (4,1%), 4.213 a Mantova (9,5%), 3.106 a Cremona (6,8%), 3.050 a Como (4,1%), 2.753 a Pavia (4,6%), 1992 a Lecco (4,7%), 1.785 a Lodi (6,2%) e 450 a Sondrio (1,7%). In Lombardia i più numerosi sono i marocchini (9.828), seguiti da albanesi (9.303), rumeni (4.411), ecuadoriani (4.348) e cinesi (3.821). In tutta la regione quest'anno sono stati confermati soltanto i 130 insegnanti distaccati che si occupano dei 68.423 stranieri, senza ulteriori aggiunte. Nella maggior parte dei casi insegnano l'italiano agli alunni stranieri ma chi è impiegato in una sola scuola può impegnarsi anche in altri progetti contando su una maggiore continuità didattica. Di fatto però solo chi già aveva avviato progetti di interculturalità può continuare la propria attività. Fra questi c'è anche il Secondo istituto comprensivo di Brescia, dove almeno per quest'anno sono stati confermati due insegnanti aggiunti.

A Milano e provincia in tre anni, tra un taglio e l'altro, i progetti di interculturalità sono diminuiti del 90%, ne rimangono solo 54: 40 insegnanti sono distaccati in 33 scuole (7 scuole con oltre il 30% di alunni stranieri ne hanno a disposizione due); 8 lavorano nei poli per la mondializzazione: sono strutture che aiutano le scuole nei diversi territori cercano di tamponare le emergenze insegnando l'italiano ai bambini immigrati appena arrivati, intervengono dove si presenta l'emergenza e spesso sono costretti a rimbalzare da una scuola all'altra. In fine rimangano 6 insegnanti che impiegano metà del loro orario (9 ore) in attività per mantere in vita le "reti", consorzi distrettuali di scuole che hanno deciso di impegnarsi sull'integrazione, una buona idea di qualche anno fa che ancora resiste.

Al provveditorato di Milano fanno presente che sono stati risparmiati alcuni fondi per le scuole dei territori a più alta percentuale di immigrazione e invitano le singole scuole a richiederli, ma ammettono che sono stati costretti a dividere le risorse e distribuire il più possibile il personale già impiegato lo scorso anno per tentare di mantenere attivi almeno i progetti già avviati.