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Manifesto: Amici di scuola

Meno scuola per tutti: questa è la riforma dei licei della Gelmini che arriva, tatticamente, a elezioni europee e ad anno scolastico chiusi per evitare di essere rimandata a settembre

13/06/2009
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il manifesto

Giuseppe Caliceti

Meno scuola per tutti: questa è la riforma dei licei della Gelmini che arriva, tatticamente, a elezioni europee e ad anno scolastico chiusi per evitare di essere rimandata a settembre. Le idee guida sono le solite: tagli al personale e ai fondi per l'istruzione pubblica. Come già capitato nell'estate scorsa per il "taglio" alle scuole primarie.
Meno ore di lezione per buona parte degli studenti. Meno indirizzi di studio. E qualche timida, fumosa novità all'orizzonte per confondere un po' le acque e tentare di giustificare i grandi tagli. Perché si tratta essenzialmente non di una riforma didattica e pedagogica, ma semplicemente di un provvedimento volto a una riduzione selvaggia di cattedre in cui i nuovi licei sono volti «a una maggiore razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane e strumentali disponibili, tali da conferire efficacia ed efficienza al sistema scolastico». In sintesi: la scuola non è importante, ve ne lasciamo un po' solo perché non siete in grado di pagarvela da soli per i vostri figli. Un salto nel buio per gli studenti, tra l'altro: perché partirà dal 2010/2011 e tanti ragazzi che si accingono quest'anno a sostenere gli esami di terza media si ritroveranno presto con orari, materie e organizzazione nuovi.
Classico, scientifico, delle scienze umane, artistico, linguistico, musicale e coreutica: questi i nuovi licei. Gli ultimi due rappresentano per la scuola statale delle new entry che, in un impianto generale dove le cosiddette discipline "espressive" scompaiono o sono ridotte all'osso, sembrano piuttosto fare l'occhiolino a programmi e concorsi tv per talenti come X-Factor o Amici. Tre invece gli indirizzi per il liceo artistico, due quelli dello scientifico e due gli indirizzi del liceo delle scienze umane. Ma la cosa peggiore è che tutte le sperimentazioni del liceo classico e scientifico subiranno un drastico calo di ore, nonostante i corsi sperimentali siano oggi i più amati e frequentati dagli studenti. L'offerta formativa scade, dunque. Tutti i licei, eccetto l'artistico e il musicale, prevedono con questa ennesima riforma 27 ore settimanali al biennio; meno, cioè, che in terza media, dove si studia per 30 ore settimanali.
Perché? Dopo le medie, forse, è meglio far lavorare meno i ragazzi? Quali teorie pedagogiche sostengono una tale riforma? Nessuna: solo il risparmio. Sulla pelle dei più giovani, come sempre, sul nostro futuro. Non è questa la scuola di cui si parla nella Costituzione.