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Manifesto-Berlusconi, il guastatore

Berlusconi, il guastatore Ottavo sciopero generale del pubblico impiego contro le politiche di privatizzazione dei servizi. Cgil, Cisl, Uil chiedono la chiusura dei contratti e la difesa del we...

21/05/2004
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il manifesto

Berlusconi, il guastatore
Ottavo sciopero generale del pubblico impiego contro le politiche di privatizzazione dei servizi. Cgil, Cisl, Uil chiedono la chiusura dei contratti e la difesa del welfare. Almeno trecentomila in piazza a Roma. Salta l'audizione di Tremonti
PAOLO ANDRUCCIOLI
Ottavo sciopero generale dei pubblici dipendenti contro la politica del governo Berlusconi. I sindacati, che hanno indetto la manifestazione, prevedono anche per oggi una grande partecipazione. A Roma ci sarà solo un corteo (inizialmente dovevano essere due) e Cgil, Cisl, Uil hanno calcolato, secondo le prenotazione dei viaggi, una piazza con almeno trecentomila persone. Tutto il variegato comparto del pubblico impiego è coinvolto, dagli statali, ai dipendenti delle Regioni, dalla scuola ai vigili del fuoco. Solo per l'università e la ricerca scientifica sono coinvolti nella mobilitazione almeno 280 mila lavoratori. Molto ottimisti i sindacalisti. Per il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, oggi a Roma ci sarà tanta gente; Antonio Foccillo della Uil dice che la gente in piazza oggi chiede solo il dovuto, non la luna. Il segretario generale della funzione pubblica della Cgil, Carlo Podda, pensa che lo sciopero avrà una straordinaria riuscita. Lo sciopero generale di oggi ha comunque una valenza sindacale e una direttamente politica. I sindacati chiamano allo sciopero per la chiusura dei contratti, ma anche per dare battaglia alla politica di smantellamento progressivo del welfare. Per i contratti sono in ballo sia gli statali, sia i dipendenti dell'università che devono ancora avere il rinnovo del precedente biennio, visto che il loro contratto è fermo al 2001. Per quanto riguarda tutti gli altri si lotta per il rinnovo del secondo biennio, ma ci si scontrano contro le chiusure del governo Berlusconi che, dopo aver promesso nuovi finanziamenti, ha in realtà chiuso i rubinetti. Il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, è categorico. L'altro fronte aperto riguarda gli effetti della politica "tagliaspese": non rinnovando i contratti e continuando in generale a deprimere il mondo del lavoro pubblico si avranno effetti negativi anche sui servizi. Cgil, Cisl, Uil lamentano insomma un doppio taglio: alle spese per gli stipendi e un taglio alle spese per il welfare e per l'istruzione e la ricerca. Gli slogan dello sciopero di oggi saranno dunque legati al contratto nazionale e alla difesa del welfare.

I sindacati hanno raccolto l'invito del sindaco di Roma, Walter Veltroni che ha chiesto di accorpare le manifestazioni in un unico corteo. Inizialmente erano infatti previsti due cortei, ma il sindaco ha chiesto di non gravare troppo sulla già precaria mobilità dei romani. Cgil, Cisl, Uil hanno così stabilito che ci sarà un unico corteo da piazza della Repubblica (meglio conosciuta a Roma come piazza Esedra) a San Giovanni. Sul palco della grande piazza storica delle manifestazioni della capitale parleranno i tre segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti. A Roma arriveranno con i treni e i pullman i dipendenti delle pubbliche amministrazioni - Regioni e autonomie locali compresi - di tutto il paese. Molto rappresentato - sempre secondo le rilevazioni sindacali della vigilia - il mondo della scuola. I professori sono ormai da mesi sul piede di guerra per gli effetti negativi della riforma e per le chiusure reiterate del governo a proposito delle richieste contrattuali. Molto sentito anche il problema della mancanza di risorse per la scuola pubblica e le scelte della Moratti tutte a favore del privato.

Altro elemento che politicizza la protesta è quello relativo a due grandi questioni che sono ancora lasciate in sospeso: il fisco e le pensioni. Il governo ha scelto di aspettare l'esito delle elezioni per attuare la politica dei tagli alle tasse e ha ammorbidito, anche se parzialmente la sua linea sulle pensioni. Ma sia sulla riforma previdenziale, sia su quella fiscale i sindacati confederalio ribadiscono il loro doppio no. La riforma delle pensioni penalizzerà soprattutto i giovani di oggi, mentre la riforma fiscale di Tremonti premia solo le fasce di reddito più alte. Ieri il ministro Buttiglione ha confermato che la riforma fiscale non si realizzerà in poche settimane e che non dovrebbe comportare tagli al welfare. Il viceministro dell'economia, Baldassarri conferma che il governo è all'opera per arrivare al taglio delle tasse. In questa situazione e in questo clima, è saltata ieri l'audizione in parlamento del ministro Tremonti sullo stato dei conti pubblici. Il presidente della commissione bilancio, Giorgetti, ha parlato di cause tecniche. Risultato: tutto rimandato alla prossima settimana. Intanto le opposizioni scendono in campo anche nell'economia: i Ds, con Damiano, sostengono lo sciopero e chiedono una svolta. Piena solidarietà dai Comunisti italiani. Oggi scioperano anche i Sincobas del pubblico impiego, che hanno organizzato un'altra manifestazione a Roma.