Manifesto-Ciampi celebra lo Stato laico
Ciampi celebra lo Stato laico All'inaugurazione dell'anno scolastico il presidente della Repubblica ricorda l'anniversario di Porta Pia e sottolinea la riconquista di Roma. E dice agli studenti: "Te...
Ciampi celebra lo Stato laico
All'inaugurazione dell'anno scolastico il presidente della Repubblica ricorda l'anniversario di Porta Pia e sottolinea la riconquista di Roma. E dice agli studenti: "Tendete la mano agli stranieri che vivono in mezzo a voi"
CINZIA GUBBINI
ROMA
Invita a tendere la mano agli alunni immigrati senza avere paura del "diverso da noi", e quando ricorda che l'apertura dell'anno scolastico coincide con l'anniversario della Breccia di Porta Pia sottolinea con fervore: "20 settembre. 20 settembre 1870, Roma capitale dell'Italia unita, il compimento del sogno risorgimentale". Sarà che quest'anno si festeggia il bicentenario della nascita di Mazzini, sarà che quello di ieri era l'ultimo discorso di Ciampi - tra i più risorgimentali presidenti della storia italiana - per l'inizio dell'anno scolastico prima della scadenza del suo mandato (il settennato scade a settembre 2006), ma il riferimento all'unità d'Italia stavolta è suonato diverso dal solito.
Nei discorsi di augurio di inizio anno scolastico il riferimento al Risorgimento è un vezzo ciampiano, ma ieri quelle parole sembravano andare aldilà della platea di 1.200 studenti arrivati da tutt'Italia sulla terrazza del Vittoriano. Oltretevere, ad esempio, dove la data del 20 settembre più che il compimento del sogno risorgimentale ricorda la fine del potere temporale dei Papi e la costruzione di un'Italia laica, che centotrentacinque anni dopo deve ancora fare i conti con l'invadenza di certi cardinali.
Ma le parole del Presidente della Repubblica arrivano forti e chiare anche alle prime file, dove siedono il ministro dell'istruzione Letizia Moratti, della difesa Martino, dei beni culturali Buttiglione e il sottosegretario Gianni Letta. Perché il nucleo del discorso del capo dello Stato è andato dritto dritto al cuore di una regressione integralista che non può non andare di traverso a un liberale doc. "Tendete la mano ai giovani stranieri che vivono in mezzo a voi - dice il Presidente agli studenti raccolti sotto il bandierone tricolore - Sono venuti per ricevere ma anche per dare. Conosciamo i pericoli e le tragedie dell'intolleranza e i benefici che vengono dall'incontro di culture diverse. Fate che la fiducia sia più forte della paura e il dialogo più forte dei timori della diversità".
Un invito a a non chiudersi nell'isteria identitaria su cui che Ciampi insiste anche quando affronta il delicatissimo tema del terrorismo. Parole fuori dal coro: "La minaccia del terrorismo va affrontata - ammonisce Ciampi - con convinta fermezza, con la forza della ragione, con spirito di amicizia verso i diversi da noi, con la volontà di trovare soluzioni giuste per i conflitti aperti, con una accresciuta capacità di affrontare insieme i problemi dell'arretratezza e della miseria".
Una lezione che sembra scritta per la seconda carica dello Stato, quel Marcello Pera che vede il "meticciato" e l'uguale valore delle culture come un attentato "alla nostra civiltà". Ciampi ha voluto sottolineare con forza la storia italiana, quando "i nostri padri" andavano a meticciare altri suoli: "Andarono in cerca di migliori fortune: affrontarono e superarono aspre difficoltà, paure, diffidenze e oggi i loro discendenti sono parte viva della vita e della cultura di molte Nazioni".
Il capo dello Stato evita di fare riferimenti diretti all'attualità, non accenna ad esempio allo spinoso problema della scuola di via Quaranta a Milano, dove va in scena la contrapposizione tra la scuola pubblica e laica e la richiesta di un riconoscimento culturale, fatta di reciproche pure e reciproche incomprensioni. Il messaggio di Ciampi è comunque chiaro: "Tendete la mano ai giovani stranieri, la scuola contribuirà a renderli cittadini responsabili della Repubblica".
Tutt'altro spirito, tutt'altro orientamento, tutt'altra visione nel discorso immediatamente precedente a quello del capo dello Stato, affidato al ministro dell'istruzione Moratti. L'eroina della legge 53 ha colto l'occasione per annunciare di aver aggiunto un'altra celebrazione al calendario scolastico: sarà il 21 settembre, che da festa della Primavera si trasforma in "festa della legalità". Perché, ha spiegato il ministro ai ragazzi potenziali "disobbedienti": "è la legalità alla base della convivenza civile e di ogni democrazia. E' lo strumento per dare forza a chi è più debole, per garantire la giustizia sociale, per migliorare la qualità della vita di tutti". Una scuola più formativa che educativa quella di Moratti, che deve "imparare a passare dal concetto astratto dei valori alle regole e ai comportamenti nella vita quotidiana". E nel breve passaggio in cui affronta il tema del terrorismo, le parole apocalittiche del ministro ("in un periodo carico di tensioni internazionali nel quale a volte il male sembra avere il sopravvento sul bene") fanno a pugni con il tono usato da Ciampi.
La cornice dello spettacolo ha visto succedersi sul palco Dolcenera, Gigi D'Alessio e Gianluca Grignani, gli atleti Barbara Fusapoli e Maurizio Margaglio, i cani cinofili (guardati con sospetto dai liceali spinellati) del vicequestore D'Arienzo, il tutto tenuto insieme dal gaudente presentatore Fabrizio Frizzi e dal maestro musicale che neanche a farlo apposta si chiama De Amicis. Lapidario Ciampi col Frizzi nazionale. Frizzi: "Tornerà anche il prossimo anno?". Il Presidente "Se mi invitate...".