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Manifesto-COMPITI A CASA PER MORATTI-Scuole chiuse. E ora in piazza per la difesa dell'istruzione pubblica

Compiti a casa per Moratti Scuole chiuse. E ora in piazza per la difesa dell'istruzione pubblica LUCA FAZIO E il mondo della scuola? Lo sciopero è andato così bene che i sindacati, tanto per non...

25/10/2003
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il manifesto

Compiti a casa per Moratti
Scuole chiuse. E ora in piazza per la difesa dell'istruzione pubblica
LUCA FAZIO
E il mondo della scuola? Lo sciopero è andato così bene che i sindacati, tanto per non perdere l'abitudine a restare in piazza, stanno già organizzando una grande manifestazione nazionale in difesa della scuola pubblica. Se la giornata di ieri doveva servire per tastare il polso della situazione, adesso non resta altro che fissare una data al più presto, e sarà comunque non oltre la fine di novembre. Il successo dello sciopero, una volta tanto, si può leggere anche nei dati forniti dal ministero dell'istruzione, perché quel 43,49% di partecipazione, ancorché ampiamente sottostimato, rimane comunque la più alta rilevazione fatta negli ultimi dieci anni. Significa che, con la complicità di decine di migliaia di studenti, ovunque lo "spezzone" della scuola ha contribuito a riempire le piazze di uno sciopero generale come forse non era mai successo, "grazie" alla politica finanziaria del governo ma soprattutto al distruttivo contributo del ministro Letizia Moratti. Mancanza di risorse, tagli agli organici, finanziamenti alla scuola privata, aumento della precarizzazione, disarticolazione della didattica, aperture ai "diplomifici" e riproposizione di una vecchia scuola classista e selettiva. Il fatto nuovo, per Enrico Panini, segretario generale della Cgil scuola, sta proprio nella grande partecipazione dei docenti ai cortei, anche perché la controriforma delle pensioni nella scuola colpisce circa 400 mila persone. "L'adesione è stata straordinaria - spiega Panini - e infatti migliaia di scuole sono rimaste completamente chiuse: è stata certamente un'adesione molto superiore alle più pessimistiche previsioni del governo. Il dato più sorprendente però è la grande partecipazione alle manifestazioni di una categoria che non è molto abituata a scendere in piazza, questa volta invece la tensione che abbiamo registrato nelle assemblee si è trasformata in una presenza massiccia nei cortei". Per Daniela Colturani, segretario generale della Cisl scuola, non poteva essere altrimenti. "Ci auguriamo che questo sciopero - dice - rappresenti un momento significativo che porti il governo a rivedere le proprie scelte, operando un'inversione di tendenza nella politica economica e previdenziale e in quella legata alla scuola e alla formazione".

La straordinaria presenza di maestri, professori e studenti ha stupito in tutta Italia. A Belluno, per esempio, il segretario regionale della Cgil, Diego Gallo, ha detto di non aver mai visto così tanti professori in piazza. In Calabria, dove le percentuali di adesione sono sempre piuttosto basse, la metà delle scuole sono rimaste chiuse. E in un'altra zona piuttosto difficile per il sindacato, a Trapani, sono stati proprio gli insegnanti a far registrare la più alta partecipazione allo sciopero. In Liguria i sindacati parlano addirittura di adesioni intorno all'80%. Elevatissime anche le percentuali in Toscana, con punte che hanno superato il 70% a fronte di una media "storica" che solo raramente ha raggiunto il 40-50%. Notevole anche la percentuale di partecipazione in Abruzzo (50%).

La presenza massiccia dei ragazzi e delle ragazze, da Palermo a Napoli, da Roma a Torino, da Milano a Genova, da Taranto a Firenze, segna con qualche ritardo anche l'inizio delle mobilitazioni studentesche; tutti adesso promettono un mese "caldo" per "tirare la volata" alla manifestazione nazionale. Diecimila studenti hanno manifestato nel capoluogo toscano, e altrettanti a Milano, dove è sceso in piazza anche un nutrito gruppo di universitari "disobbedienti" - altro fatto nuovo - che recentemente ha occupato una palazzina di proprietà della Pirelli, nei pressi dell'Università Bicocca; lo hanno fatto "per riportare in piazza il conflitto che in queste settimane si concretizzerà in occupazioni, autogestioni e chi più ne ha più ne metta...".