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Manifesto-Con Wiki un sapere libera tutti

Con Wiki un sapere libera tutti La rete offre strumenti di scrittura collaborativi. Utili per il programma dell'Unione FIORELLO CORTIANA MAURIZIO ZAMMATARO Le mobilitazioni che da diversi anni so...

10/10/2005
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il manifesto

Con Wiki un sapere libera tutti
La rete offre strumenti di scrittura collaborativi. Utili per il programma dell'Unione
FIORELLO CORTIANA
MAURIZIO ZAMMATARO
Le mobilitazioni che da diversi anni sono in corso, tanto in singoli settori (istruzione, sanità, giustizia) quanto generali, non indicano soltanto la partecipazione consapevole ed informata come leva sostanziale per la battaglia politica e la auspicabile vittoria elettorale contro il centrodestra. Esse ci dicono soprattutto che una alternativa alla deriva plebiscitaria e una possibile ridefinizione tanto delle politiche pubbliche relative al Welfare, quanto a quelle di produzione della conoscenza o di gestione del territorio con l'Agenda 21, trovano nella partecipazione diretta e nella sussidiarietà gli elementi di qualificazione delle proposte e di efficacia delle soluzioni praticate. Ma il nostro dovere, in questo anno che ci separa dalle elezioni è offrire sempre di più i luoghi e le occasioni perché questa domanda di partecipazione trovi spazio e prenda corpo. Perché costruire il programma è si un problema di merito, ma anche una grande questione di metodo. Si apre oggi una grande questione legata al tema del sapere e della conoscenza e proprio questo terreno, che richiama le questioni del lavoro cognitario, che troppo spesso si declina in forme precarie, della filiera formativa, dalla scuola all'università, degli investimenti in ricerca, dei modelli di welfare, può e deve diventare una occasione di un confronto a tutto campo, adottando anche forme nuove di partecipazione.

La definizione del programma dell'Unione deve avere un connotato di elaborazione partecipata permanente, la quale deve proseguire anche quando il programma si dovrà realizzare: l'esperienza ci insegna che occorre dare vita ad un processo partecipato che non si conclude con le scadenza elettorali, guai a noi se poi ognuno si rassegna ad un ruolo di spettatore delle competizioni dei leader e dei gruppi dirigenti dei partiti dell'Unione. La democrazia partecipata è la risposta alla crisi di forma e di senso dei partiti, vera causa della produzione del fenomeno antipolitico Berlusconi. La rete ci offre strumenti, come i wiki, di scrittura collaborativa tra pari, in libera disponibilità per gli utenti di Internet: dobbiamo avere il coraggio di misurarci con le domande, le proposte e le aspettative della nostra gente, non per un grande sondaggio sui nomi dei vertici, ma per un percorso libero, in cui la politica si assume la responsabilità di decidere, ma tutti hanno diritto di parola e proposta.

Con i wiki oggi si scrivono enciclopedie, libri, pezzi di una cultura dal basso e partecipata. Noi siamo convinti che questo modello di partecipazione possa essere utile anche per la definizione di un programma di Governo, se l'idea della politica che abbiamo non si riduce all'espressione del voto. Dal sito www.sapereliberatutti.it vogliamo mettere a disposizione un'opportunità non demagogica, ma reale: costruiamo insieme il programma dell'Unione, sulla rete, senza reti nè cappelli o bandierine, cercando di rispondere ad alcune domande semplici: di chi è il sapere, di chi sono gli strumenti attraverso i quali passano le informazioni e si ridefiniscono le identità, quali diritti per chi fonda sul sapere il proprio futuro, un futuro forse flessibile ma non precario.

Vogliamo razzolare come predichiamo, perciò non ci basta raccogliere dalla rete proposte e suggestioni relative ad una politica dell'innovazione, proviamo a fare partecipare attraverso la rete le esperienze individuali, le comunità, i gruppi di discussione, le reti civiche, alla definizione di un programma per l'innovazione connesso alla Fabbrica del Programma. Solo così merito e metodo produrranno una felice sintesi capaci di spingerci a chiudere davvero con il berlusconismo, fatto evocato, ma non ancora avvenuto. Il fatto di vincere o perdere, fuori dai rumorosi trionfalismi, si fonda anche sulle nostre spalle, ma ancora di più si fonda sulle nostre spalle l'alternativa tra perdere e perdersi, in una idea che le idee e il programma non servano, ma serva solo la buona amministrazione dello stato di cose esistenti.