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Manifesto-CONTRATTI Il governo gela gli statali

CONTRATTI Il governo gela gli statali Risultati deludenti nell'incontro a palazzo Chigi Fini non trova i soldi per il rinnovo. Possibili nuovi scioperi Il governo ha ricevuto ieri i sindacati del p...

04/06/2004
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il manifesto

CONTRATTI Il governo gela gli statali
Risultati deludenti nell'incontro a palazzo Chigi Fini non trova i soldi per il rinnovo. Possibili nuovi scioperi
Il governo ha ricevuto ieri i sindacati del pubblico impiego a palazzo Chigi per discutere del rinnovo del contratto. Ma la riunione è terminata con un nulla di fatto, perché la compagine berlusconiana - divisa al suo interno - non è in grado di trovare la soluzione finanziaria per chiudere la partira, né comunque di rompere definitivamente con i sindacati alla vigilia delle elezioni. "Il nostro giudizio è negativo - ha detto alla fine dell'incontro Carlo Podda, segretario generale della funzione pubblica Cgil - il governo non va oltre una generica disponibilità a discutere di produttività, ma con criteri che a noi non piacciano. Sul recupero dell'inflazione il governo è stato poi molto netto: non c'è nulla da dare perché gli stipendi pubblici sarebbero stati in linea". Nulla di fatto dunque e rinvio al dopo elezioni per la prosecuzione della trattativa. I sindacati sono d'accordo nel giudizio negativo delle proposte del governo e annunciano una serie di nuove iniziative di mobilitazione. Ieri il governo era rappresentato ai massimi livelli, segno dell'importanza che è stata data a una riunione inizialmente voluta dal vicepremier Gianfranco Fini. A palazzo Chigi, al tavolo con i sindacati, erano seduti ieri, oltre a Fini, il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, il ministro dell'economia Giulio Tremonti, quello del welfare Roberto Maroni e il ministro della funzione pubblica, Luigi Mazzella. I sindacati confederali erano rappresentati dai segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti, accompagnati dai responsabili dei sindacati di categoria del pubblico impiego.

Il governo ha avanzato una timida apertura solo sulla questione della produttività, che potrebbe passare da un aumento dello 0,2% a uno dello 0,3% annuo, ma applicato con criteri di selezioni tra i dipendenti pubblici che i sindacati non condividono. Il punto più dolente riguarda però l'inflazione. Il governo non è disposto a spostarsi di un millimetro, probabilmente sulla base delle precise indicazioni del ministro Tremonti. Secondo il governo il recupero dell'inflazione non si deve neppure affrontare perché gli stipendi pubblici avrebbero sostanzialmente tenuto l'aumento dei prezzi. Il biennio precedente sarebbe quindi completamente azzerato con questa impostazione. Il governo insiste poi che per quanto riguarda il biennio successivo si dovrà parlare solo di inflazione programmata. Tradotto in soldi, significa che il governo non è disposto a venire incontro alle richieste di aumenti avanzate dai sindacati confederali. Anche sulle altre questioni relative al contratto la chiusura sembra - almeno per ora - totale. E' anche probabile che su questa vertenza incidano ragioni politiche che travalicano i motivi sindacali. An ha infatti un atteggiamento verso i dipendenti pubblici. La Lega, ministro Maroni compreso, uno opposto.