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Manifesto: Così cambia la maturità

Il ddl Fioroni Il ministro dell'Istruzione presenta ai sindacati la sua riforma della scuola: torna l'ammissione agli esami di stato, fondi per le borse di studio, cambiano le commissioni e le prove d'esame. Cgil, Cisl e Uil approvano

03/08/2006
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il manifesto

Alessandro Braga
Roma
«Se vieni promosso ti diamo la mancia». Sono migliaia i genitori che hanno invogliato allo studio i propri figli con questa promessa. Salvo poi pentirsi quando, a fronte di un'ottima pagella del pargolo, il portafogli doveva necessariamente aprirsi. La cultura per i soldi. Ma ora padri e madri possono, almeno su questo, dormire sonni tranquilli. Ci pensa direttamente il ministero. Un premio in denaro per le «eccellenze» è infatti una delle novità della riforma degli esami di maturità presentata ieri ai sindacati di categoria dal ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni. Un impegno previsto nel disegno di legge che verrà presentato domani al consiglio dei ministri e per il quale è prevista anche la copertura finanziaria: 5 milioni di euro.
Commissioni miste composte per metà da membri interni e per l'altra metà da esterni; un presidente di commissione, anche lui esterno, per due sole classi, e mai comunque per più di 70 alunni; una prova per l'ammissione agli esami, abolita dalla riforma Berlinguer nel 1999, e più rigore, soprattutto per i privatisti, sono gli altri punti salienti della proposta del ministro.
L'esame di maturità deve tornare a essere «più autorevole». Di conseguenza un po' più selettivo, anche per difendersi dal rischio di trasformare la scuola italiana in un «diplomificio». Per questo servono regole più ferree, in particolar modo per gli «esterni» (ossia i privatisti) e i «saltanti» (coloro che, ottenuta la promozione al quarto anno con almeno 8 in tutte le materie, si possono presentare direttamente agli esami senza frequentare la quinta). Cambieranno anche le prove d'esame, soprattutto per gli studenti degli istituti tecnici e professionali. Per loro la seconda prova, quella di indirizzo, diventerà, in caso la proposta del ministro diventi legge, una prova da svolgere in laboratorio, anche in più di un giorno. Un modello simile a quello in vigore per i licei artistici e gli istituti d'arte, che svolgono la seconda prova in tre giorni. Abolite inoltre le prove Invalsi (prove uguali per tutti gli studenti della penisola), introdotte ma mai attivate dall'ex ministro Letizia Moratti.
Una proposta di legge che piace ai sindacati di categoria. Un po' meno ai rappresentanti politici. Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola, dice che il testo «va nella direzione giusta». Anche per Enrico Panini, della Flc-Cgil, il ministro «cancella una scelta sbagliata». mentre Francesco Scrima, della Cisl, esprime una «valutazione positiva» sulla proposta.
«Deludente, se non ci saranno modifiche» è invece il commento di Loredana Fraleone, responsabile scuola di Rifondazione comunista. Il punto più inaccettabile del ddl per il Prc resta la distribuzione degli «esterni» alle scuole di stato e a quelle paritarie, «dimenticando che il compito di assegnare un titolo di studio valido è esclusivo dello stato». Per il leghista Michelino Davico,il problema sono invece le commissioni esterne, «sgradite ai ragazzi».