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Manifesto: «Così uccidono gli atenei del Sud»

LA SAPIENZA - Il rettore Frati: «Gelmini, licenzia i vecchi valutatori»

25/07/2009
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il manifesto

E. Ma.
Luigi Frati, rettore dell'università La Sapienza di Roma, il suo ateneo - il più grande d'Europa - è tra quelli bocciati dalla ministra Mariastella Gelmini.
Si è avvalsa dei vecchi sistemi di valutazione che non condivido perché fasulli in quanto tarati sui politecnici. Non sono adeguati ad un'università generalista come la mia che ha anche aree umanistiche, giuridiche e mediche.
Come vecchi? Nuovi di zecca, secondo il governo che li sponsorizza..
A fare illazione si fa peccato ma ci si azzecca: mesi fa mi avevano predetto che avrei perso 12 milioni di euro, evidentemente i criteri di tagli sono stati aggiustati a seconda dei soldi di cui avevano bisogno. Non che sia un dramma per ora, ma può diventarlo se il metodo viene consolidato. Così uccidono le università del sud.
Ma lei non era tra i fautori della riforma Gelmini?
La strada della Gelmini è ottima, va sostenuta. I criteri sono quelli della legge, li introdusse per primo Mussi e sono stati fatti propri dalla ministra, il problema è come questi criteri sono stati applicati. Mi viene il sospetto che il Politecnico di Milano e quello di Torino siano tra i primi in classifica perché sono rappresentati all'interno del comitato.
Favoritismi, addirittura?
Per carità, in perfetta buona fede. Ma i parametri presi a riferimento non sono adatti per le università del mezzogiorno che infatti vengono tutte penalizzate. Se uso certi parametri al nord devo almeno pensare di correggerli al sud con gli indicatori socio-economici che l'Unione europea stabilisce per le aree depresse.
Come dire: la didattica non è tutto?
Siamo certi che la dispersione e il numero di esami sostenuti non dipenda anche dalla situazione socio-economica della famiglia? Si pensi per esempio ai problemi logistici degli studenti fuorisede. Per non parlare poi del tasso occupazionale post laurea.
E i criteri di valutazione sulla ricerca?
Per fare questa classifica hanno valutato i dati dal 2001 al 2004, quindi prima dell'entrata in vigore della riforma Mussi che stabiliva nuovi criteri per l'assunzione dei ricercatori. Eppoi non basta contare gli studenti, vanno anche "pesati": per formare uno studente di matematica ci vogliono meno risorse e meno impegno didattico che per formarne uno in biotecnologie. Se il primo vale 1 il secondo vale 5: è così dappertutto in Europa, tranne da noi dove la "pesatura" è ribaltata.
Insomma, lei boccia le agenzie di valutazione che hanno redatto la classifica?
Nel Civr e nel Cnvsu, i due comitati di valutazione, ci sono le stesse persone da quindici anni. Invito la ministra Gelmini ad avere più coraggio: mandare in pensione chi c'è oggi e fare largo a persone nuove.
Detto da lei che è considerato il barone universitario per antonomasia...
Io non faccio il giudice, io faccio il giudicato