Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Manifesto: Epifani: sulla precarietà governo poco incisivo

Manifesto: Epifani: sulla precarietà governo poco incisivo

La relazione Al direttivo della Cgil Epifani ha fissato le priorità del sindacato Una nuova legge Il governo dovrebbe assumere l'obiettivo di riscrivere il lavoro

27/07/2006
Decrease text size Increase text size
il manifesto

*Il governo deve dare risposte al grande tema della precarietà. Nei primi atti del governo non vedo la forza necessaria per mettere questo tema al centro della sua attività; capisco le difficoltà, con Confindustria e in parte con Cisl e Uil. Ma Prodi aveva detto che questo doveva essere un capitolo centrale dell'azione del suo esecutivo. E ci sono azioni che possono essere fatte: intervenire sulla precarietà nel settore pubblico, nella scuola, nella ricerca, nell'università, negli enti locali, nella sanità per arrivare a quelle politiche del lavoro che vanno riscritte in profondità come obiettivo di legislatura.
Vorrei che il governo assumesse esplicitamente l'obiettivo di riscrivere, risistemare la legislazione sul lavoro come obiettivo di questa legislatura, partendo dalla cancellazione e riforma di quegli istituti sui quali è possibile costruire politiche più avanzante. Su questo, come su quei punti su cui non dovessimo avere risposte adeguate, non dobbiamo smarrire la nostra capacità di pressione e di iniziativa autonoma. Se sulla precarietà del lavoro non avessimo risposte adeguate, non intendo lasciare a nessuno - che non sia la nostra organizzazione - la gestione di iniziative coerenti e conseguenti con questo obiettivo. Perché so che se le governiamo noi, potranno restare in un tracciato che tiene assieme l'unità ed il rigore confederale.
Sicurezza sul lavoro
Sulla sicurezza sul lavoro è necessario che il governo offra risposte e comportamenti coerenti. Non c'è bisogno solo di una nuova produzione legislativa, ma di tante cose, come ci ricorda il Presidente della Repubblica. La sicurezza deve diventare un tema fondamentale di attenzione, di sfida e di pressione; ci sono leggi da cambiare, comportamenti, modifiche degli appalti, su cui le nostre categorie (a partire dagli edili, i più esposti) stanno lavorando.
Cittadinanza ai migranti
Abbiamo bisogno di far vivere accanto e contestualmente a questo, i grandi temi sociali e del lavoro, anche quelli sui quali - fino ad oggi - non abbiamo una posizione unitaria con Cisl e Uil. Penso in particolare alle politiche di riforma nel campo dell'immigrazione: per noi è un risultato importante la nuova regolarizzazione dei nuovi 350mila migranti (proposta che proprio noi avevamo lanciato), ma dobbiamo chiedere al ministro Amato di tenere in autunno una conferenza sulla condizione dei migranti ed in quella sede risolvere la grande questione del diritto di cittadinanza per i lavoratori migranti e per i loro figli, come abbiamo detto con forza al congresso.
Un fisco più equo
Riassumiamo brevemente le nostre priorità sui vari tavoli. Il fisco: una politica ancora più incisiva contro l'evasione, l'elusione il sommerso, il lavoro nero; una armonizzazione dei prelievi sulla rendite finanziarie, sulla base del modello europeo; il ripristino dell'imposta di successione sulle grandi ricchezze e sui grandi patrimoni; il ripristino della progressività dell'imposizione sul reddito delle persone fisiche, che il secondo modulo della riforma Tremonti aveva fortemente limitato e compromesso. In positivo c'è da rivendicare la restituzione del drenaggio fiscale per lavoro dipendente, equiparazione della no tax area fra dipendenti e pensionati, e un intervento sulle pensioni.
Bisogna lavorare per il rinnovo dei contratti del settore pubblico (...); affrontare il rapporto fra i pensionamenti, la stabilizzazione del rapporto di lavoro precario e l'apertura ai giovani in tutti i settori pubblici, compresa la scuola.
*Alcuni stralci della relazione del segretario generale Cgil Guglielmo Epifani al Direttivo di martedì 25 luglio (approvata a maggioranza con 3 voti contrari e 2 astenuti). Il testo integrale sul sito www.cgil.it