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mANIFESTO-Francia, la protesta dei liceali

Francia, la protesta dei liceali Migliaia studenti in piazza nelle principali città contro la riforma della scuola secondaria ANNA MARIA MERLO PARIGI Il movimento carsico dei liceali francesi, ...

11/02/2005
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il manifesto

Francia, la protesta dei liceali
Migliaia studenti in piazza nelle principali città contro la riforma della scuola secondaria
ANNA MARIA MERLO
PARIGI
Il movimento carsico dei liceali francesi, in azione da più di quindici giorni, è venuto ieri brutalmente in superficie con manifestazioni, molto riuscite, nelle princpali città francesi. Decine di migliaia i giovani scesi in piazza: 8mila a Tolosa, mille a Lione, 2500 a Metz, 2mila a Perpignan, migliaia a Bordeaux e un grosso corteo di 40mila a Parigi, che, partito da place de la République, ha attraversato la Senna e si è diffuso dal quartiere latino fino alle vicinanze del ministero dell'Educazione, nel VII arrondissement. Il ministro dell'Educazione, François Fillon, che in un primo tempo ha fatto orecchie da mercante, ieri si è detto "preoccupato" per il movimento dei liceali: ha promesso che la riflessione sulla riforma della scuola secondaria durerà ancora due mesi.

Ma i liceali chiedono il "ritiro puro e semplice della riforma Fillon". Il ministro cerca di far passare l'idea che la riforma è solo una questione pratica, per rendere più efficiente la scuola francese che lascia sulla strada ancora troppi allievi. Ma i liceali - e buona parte degli insegnanti, che avevano scioperato il 20 gennaio scorso - vi leggono invece un cambiamento di sistema, in sintonia con i tempi. "Il progetto Fillon - spiegano al Comitato di azione dei liceali - tende verso una scuola il cui scopo non è la conoscenza, ma l'integrazione rapida nel mercato del lavoro con un bagaglio minimo, uno zoccolo semplificato di conoscenze pratiche, distruttore di ogni spirito critico". Per il ministro Fillon è solo "disinformazione" o "manipolazione" di cui sarebbero vittime i liceali da parte del corpo insegnante.

Ma i liceali contestano punto per punto la "semplificazione". La protesta si è concentrata ieri sulla riforma del "bac", l'esame di maturità. Fillon vorrebbe renderlo meno complesso, un po' all'italiana, con sole sei prove di esame invece delle dodici attuali, che sarebbero affiancate da un "controllo continuo" in classe. I liceali protestano in nome del "principio di eguaglianza". Difatti, il principale difetto della scuola francese è di essere molto d'élite. Un sistema che esclude, via via che gli anni passano, gli allievi meno bravi. Mentre per le elementari e le medie (9 anni di scuola, uno in più che in Italia) esiste la "carta scolastica" e la scuola è definita dal luogo di residenza (e già qui vengono fuori le differenze di classe, vista la composizione abbastanza omogenea per reddito dei quartieri), la scelta del liceo dipende dai voti. Con la riforma del "bac", i liceali vedono un'accentuazione di queste differenze: "ci sarà un bac del 93 e un bac del V arrondissement" riassume un ragazzo, cioè una maturità scadente per chi vive nel dipartimento 93, la periferia nord di Parigi, e una maturità d'eccellenza per chi vive nel quartiere latino. E' già un po' così, ma la riforma accentuerebbe queste disparità. Inoltre, la semplificazione dei corsi, l'abolizione di alcune "opzioni" di materie, tendono a omologare, secondo l'analisi fatta dai sindacati dei liceali, un insegnamento al ribasso per la grande maggioranza, per adeguarsi alle richieste del mondo del lavoro, mentre solo per l'élite verrebbe curato un insegnamento speciale.

Per il prossimo anno, sono già previsti 3400 posti in meno tra gli insegnenti dei licei, perché secondo il ministero ci sono meno allievi. Secondo l'opposizione, è una "riforma senza ambizioni", come afferma un deputato socialista, che "non affronta le cause del fallimento scolastico". Il gruppo comunista ha scritto al primo ministro, Jean-Pierre Raffarin, per chiedere il ritiro della riforma.

Ieri, i cortei erano molto consistenti e vivaci, a Parigi come in provincia. Il movimento subirà un momento di sospensione, perché cominciano (in una parte di Francia sono già cominciate) le vacanze d'inverno, ma a marzo la protesta potrebbe riprendere con forza. E' da anni che la scuola secondaria francese è sotto pressione: nel `90, poi nel `98 e nel `99 si sono susseguite ondate di forte mobilitazione. Le ragioni di fondo, sia contro iniziative di governi di destra come di sinistra, rimangono le stesse: il timore dei tagli al bilancio dell'educazione pubblica, per una scuola al ribasso. La riforma Fillon non convince neppure tra i banchi della maggioranza di destra. Al punto che Jacques Chirac è dovuto intervenire, mercoledì, per richiamare all'ordine alcuni ministri che l'avevano criticato ad alta voce.