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Manifesto: Francia, Sarkozy rompe anche la scuola

Il progetto Fine della media unica, tornano le divisioni del passato. E si rompe con il '68

07/09/2007
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il manifesto

Anna Maria Merlo
Parigi
La svolta reazionaria avanza a passi da gigante nella Francia di Sarkozy. Due giorni dopo l'inizio del nuovo anno scolastico, il ministro dell'Educazione, Xavier Darcos, ha confermato il progetto annunciato a grandi linee da Nicolas Sarkozy nella lettera (32 pagine) che ha spedito personalmente a tutti i 900 mila insegnanti del paese (500 mila euro di spese postali): la media unica è arrivata al capolinea. Darcos ha confermato di aver ricevuto dal presidente della repubblica la missione di «rompere» con la media unica, nata nel '75 sotto la presidenza del liberale Valéry Giscard d'Estaing. La riforma, che riguarda le classi dalla sesta alla terza (quattro anni di scuola media, che seguono i cinque di elementari), sarà pronta per il prossimo anno scolastico. In quella data verrà introdotta anche una riforma delle elementari, da cui, stando alle statistiche, quattro allievi su 10 escono con lacune che poi si ripercuotono sulle medie.
Dopo aver ridotto la «carta scolastica» (cioè l'obbligo di iscrizione nella scuola elementare e media del quartiere), il governo passa alla mossa ulteriore: permettere agli istituti scolastici, non solo più ai licei ma anche alle medie, di scegliere gli allievi che desiderano. «Non dico che la media unica non sia stata utile - ha affermato Darcos - ma che non è più adatta alle difficoltà che incontra la scuola oggi. E' superata». Darcos vuole dare maggiore autonomia agli istituti scolastici, per «fare in modo che, con finanziamenti e margini di manovra più ampi, la media organizzi la propria politica pedagogica in funzione del pubblico che accoglie». Ecco gli esempi che dà il ministro: aggiungere dei moduli in francese per coloro che ne hanno bisogno, attività sportive per chi deve sfogarsi, introdurre corsi di francese come lingua straniera nelle medie che accolgono ragazzi di origine immigrata. In altri termini, poco per volta, si tornerà alle divisioni del passato, tra una scuola media per chi è destinato a proseguire gli studi e chi invece sarà spinto verso l'apprendistato.
Di fronte alle forti perplessità sollevate dalla proposta, il ministro è stato costretto ad assicurare che l'età minima della scuola dell'obbligo - 16 anni - non verrà abbassata. Il 15% degli allievi arriva alle medie già in grave difficoltà scolastica, il 25% è a rischio, secondo i dati dell'Alto consiglio dell'educazione, anche se la Francia, nella classifica Ocse, è più o meno a metà della lista.
Sarkozy non perde occasione per criticare il '68 troppo egualitario. Il suo ministro spiega che dopo la nascita della media unica, «il pubblico si è considerevolmente diversificato e i problemi si sono moltiplicati». E per essere chiaro ha aggiunto: non è possibile gestire nello stesso modo le medie del centro di Parigi e quelle situate in banlieue o in un centro rurale. Darcos parla di un «modello assurdo e universale, che vuole dare lo stesso insegnamento per tutti allo stesso momento». L'unica concessione che ha fatto ieri è che non verrà reintrodotto l'esame alla fine delle elementari.
Il governo spara sulla scuola, ma secondo un sondaggio pubblicato ieri l'88% dei francesi è soddisfatto di essa e considera che gli insegnanti siano ben preparati. Il principale problema sono considerate le classi con allievi troppo numerosi. La media unica francese, secondo lo storico dell'educazione Claude Lelièvre, ha un carattere «piuttosto socialdemocratico» e mira a dare «una base comune a tutti». Ai tempi di De Gaulle c'erano tre filiere per le medie, poi è arrivata la riforma del '75. «Quasi subito - dice Lelièvre - la media unica è stata presa di mira. A destra, per due ragioni: perché la tradizione liberale vuole che ognuno resti al suo posto e viva il proprio destino - è l'eredità di cui Sarkozy è portatore - e per una preoccupazione, più conservatrice, di permettere l'emergenza di alcuni buoni allievi, ivi compreso di origine popolare, attraverso un sistema meritocratico. Darcos appartiene a questa seconda scuola di pensiero».