Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Manifesto: Gelmini: «Menzogne di sinistra»

Manifesto: Gelmini: «Menzogne di sinistra»

All'orizzonte «uno scempio annunciato»: tutti i numeri nel dossier di Legambiente La ministra dell'Istruzione si difende e attacca: «Veltroni è come Rifondazione»

13/09/2008
Decrease text size Increase text size
il manifesto

Andrea Gangemi
ROMA
Veltroni è come Rifondazione comunista, per la ministra dell'Istruzione Mariastella Gelmini: «Strepita perché non ci sono fondi sulla scuola, ma non avanza proposte e soluzioni». E anche le sonore proteste che stanno montando in questi giorni da tutto il mondo dell'insegnamento per lei, ospite a un dibattito della «Scuola di formazione politica» di Fi a Gubbio, farebbero parte di «una campagna di mistificazione, falsità e menzogne da parte della sinistra, come dimostrano le polemiche sul tempo pieno». Per la ministra farebbe sicuramente parte della «propaganda» anche Legambiente, l'ultima a scendere in campo con un'impietosa e documentatissima indagine sull'ecosistema scuola che mostra «tutti i numeri di uno scempio annunciato». Che vuol dire: 87mila cattedre in meno in tre anni (riduzione del 40% al le superiori); la scuola primaria che perderà 314 sedi a fronte di 46mila alunni in più rispetto al 2001/2; l'11,3% in meno all'offerta formativa rispetto all'anno scorso. E non va meglio per gli alunni con cittadinanza non italiana: a fronte di un incremento di quasi il 250% di stranieri nelle scuole, i finanziamenti restano sempre gli stessi, mentre per la formazione degli adulti analfabeti o immigrati c'è un 60% in meno di fondi. «Se dopo i tagli di oltre 18mila cattedre negli ultimi sette anni la scuola continua a non migliorare - si chiede Vanessa Pallucchi, presidente Legambiente scuola e formazione -, perché quintuplicarli?». Le fa eco il presidente nazionale della sua associazione, Vittorio Cogliati Dezza che pone il problema di «quale resa abbiano avuto i finanziamenti alla scuola privata degli ultimi anni». Le superiori sono uno dei punti irrisolti, per Legambiente: «Sopprimere le cattedre comporta avere classi ancora più numerose - si legge nel dossier - con conseguente abbassamento della qualità dell'insegnamento e della possibilità di intervenire sul problema dell'abbandono scolastico». Ai tagli, poi, corrisponderà «un incontrollato aumento del precariato» chiamato a sostituire il personale docente. «In sette anni la scuola italiana - proseguono i ricercatori - ha perso 32.888 docenti di ruolo. Dei 141.735 precari in servizio l'anno scorso, ne sono stati licenziati ben 119.687 alla fine dell'anno, con un notevole impoverimento dell'insegnamento, sempre più nozionistico e meno orientato allo sviluppo complessivo». Ulteriore effetto della «razionalizzazione», sarebbe poi l'accorpamento degli istituti minori, migliaia dei quali sono a rischio chiusura, soprattutto nei comuni al di sotto dei 5000 abitanti, che nel territorio italiano sono il 72%. E ancora, ad essere a rischio è anche il sostegno agli studenti disabili. Tra le poche note positive rilevate dal dossier c'è la sottoscrizione del patto per la sicurezza nelle scuole che avvia un percorso mirato al risanamento e alla messa in sicurezza dei 41mila edifici scolastici italiani. Ma la ministra in questi giorni riceve anche incoraggiamenti, come quello arrivato sotto forma di appello dall'assessore alla scuola del comune di Roma, Laura Marsilio, perché stabilisca un tetto massimo per il numero di bambini immigrati in ogni classe: cinque, secondo lei. «Ma lo sa l'assessore Marsilio - è la replica della segretaria Cgil Roma e Lazio, Amalia De Sanctis - che in alcune scuole la presenza dei bambini figli di immigrati raggiunge anche il 60% degli alunni complessivi? Che molte scuole verrebbero totalmente chiuse se si seguisse la sua proposta? Lo sa che la maggior parte di questi bambini è nata in Italia, e che il diritto all'istruzione nel nostro paese è sancito dalla Costituzione? Se l'obiettivo è quello di favorire l'integrazione e l'apprendimento di tali bambini - conclude De Sanctis - allora dobbiamo parlare di risorse aggiuntive, ovvero di tutto ciò che è il contrario di quanto la ministra Gelmini in questo momento sta proponendo sulla scuola». Una prima risposta alla proposta di Laura Marsilio viene dall'assessore regionale Silvia Costa che ha promosso per il prossimo 17 ottobre il convegno «Bambini stranieri in classe». «Un'iniziativa che può essere l'occasione per fare il punto - conclude De Sanctis - di quanto deve fare per un'integrazione reale dei figli di immigrati».