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Manifesto: Genitori e insegnanti a Firenze per far ripartire l'opposizione

L'appuntamento fra i coordinamenti è classificato come nazionale. «In realtà si tratta di un'assemblea particolare - spiegano - espressione di realtà che lavorano, anche da molti anni, all'interno delle singole scuole

16/11/2008
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il manifesto

SCUOLA

Riccardo Chiari

FIRENZE

Volantinaggi e altre iniziative di sensibilizzazione ai mercati e nelle piazze il 29 novembre prossimo, in un giorno particolare come il sabato. «Molta attenzione» (senza un'adesione aprioristica) allo sciopero generale indetto dalla Cgil per il 12 dicembre, considerato come un altro importante momento di mobilitazione sui temi della scuola. Soprattutto una strategia d'azione il più possibile condivisa da avviare a gennaio, al momento delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico, con l'obiettivo di presentare modelli comuni di iscrizione. Comuni su tutto il territorio nazionale. Comprensivi sia dei moduli - su cui la «riforma» Gelmini incide pesantemente - che del tempo pieno. Queste in sintesi le priorità individuate dall'assemblea dei coordinamenti genitori-insegnanti svolta a Firenze nella sala del Dopolavoro Ferroviario, a due passi dalla stazione centrale Santa Maria Novella.

Il documento conclusivo verrà portato oggi all'attenzione degli studenti riuniti alla Sapienza di Roma, e in parallelo agli altri coordinamenti genitori-insegnanti, di Roma e non solo, che non sono potuti arrivare nel capoluogo toscano. Con la naturale premessa che si tratta di un work in progress. «Al tempo stesso con la ragionevole certezza di poter riuscire a buttare molta sabbia nell'ingranaggio della riforma - osserva Sergio Tamborrino, genitore - se arriveremo al massimo di condivisione su queste iniziative».

Nella sala (esaurita) del Dlf fiorentino ci sono genitori e insegnanti arrivati dalla Toscana, dall'Umbria, dall'Emilia e dal Lazio. L'appuntamento fra i coordinamenti è classificato come nazionale. «In realtà si tratta di un'assemblea particolare - spiegano - espressione di realtà che lavorano, anche da molti anni, all'interno delle singole scuole. E che ora cercano di coordinarsi nei quartieri, nelle città e nei centri più piccoli, tenendo fermo il principio della trasversalità fra sigle sindacali e forze politiche». Compito non facile. Ma non impossibile. Ancora Tamborrino: «Non è la prima assemblea di questo tipo che facciamo, ma visto che l'ultima del mese scorso a Roma per tanti motivi non si era chiusa per il meglio, ora stiamo cercando, con buona volontà, di riprendere il filo del discorso». Un discorso, quello sulla scuola da difendere come modello di istruzione pubblico, statale e nel solco del dettato costituzionale, che può dare parecchio fastidio al governo della legge 133, della legge 169 ex 137, e del pdl Aprea. A riprova, dalla vicina Montecatini dove è a convegno Maria Stella Gelmini arrivano via agenzia molte parole sull'università (che crea grattacapi al governo, costretto a un mezzo passo indietro). Molte meno sulla scuola, dove la riforma è ormai legge e per il governo è tutto risolto. «Dobbiamo continuare a informare per allargare il consenso - chiude Fiamma Negri - e spiegare che non è una lotta corporativa. I decreti Gelmini sono frutto della legge finanziaria di Tremonti. La scuola è interfaccia della società, questa la visione complessiva da far capire il più possibile».