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Manifesto-Giornalini scolastici contro l'informazione piatta

Giornalini scolastici contro l'informazione piatta Una ricerca italiana e un convegno in Francia analizzano il fenomeno in espansione dei media in classe GIOVANNI SENATORE Un linguaggio criptico, ...

26/05/2005
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il manifesto

Giornalini scolastici contro l'informazione piatta
Una ricerca italiana e un convegno in Francia analizzano il fenomeno in espansione dei media in classe
GIOVANNI SENATORE
Un linguaggio criptico, uno stile confuso e a volte difficilmente comprensibile, una presenza eccessiva di commenti e di editoriali: sono questi i principali difetti dei giornali secondo moltissimi studenti delle scuole superiori che in Italia, ma anche negli altri paesi europei, dalla Francia alla Svezia, dalla Russia alla Spagna, disertano la lettura dei quotidiani più noti per andare alla ricerca di nuovi modi di fare informazione. Su questa linea, i media scolastici sembrano farsi espressione di un movimento sommerso di vera e propria comunicazione giornalistica alternativa, diventando spazi nei quali prendono forma le aspirazioni e la voglia di conoscenza delle nuove generazioni. Ne sono una conferma i dati emersi in un volume, Penne sconosciute, che raccoglie i risultati di una ricerca realizzata da Donatella Coccoli, giornalista e docente in laboratori di informazione, su oltre quattromila giornali scolastici raccolti dal 1996 al 2004 nell'emeroteca di Piancastagnaio (Siena). L'indagine, del resto, si è rivelata affine anche alle esperienze riportate da specialisti di diversi paesi europei in un recente convegno, L'expression lycéenne: enjeux et contenus des journaux produits par le jeunes, organizzato alla Sorbonne di Parigi dal Clemi, l'organismo statale del ministero francese dell'Educazione Nazionale che dal 1983 si occupa dell'educazione ai media. In Francia operano attualmente circa cinquemila media scolastici, tra giornali, radio, tv e siti internet: di questi la carta stampata rappresenta il settantacinque per cento del totale (i giornali dei liceali sono circa tremila), mentre le stazioni radio attive nelle scuole sono una trentina ed esiste un canale televisivo con programmazioni rivolte esclusivamente ai giovani. È una realtà le cui radici partono da lontano: già i precettori di Luigi XIV, facevano leggere al re bambino le gazzette dell'epoca per conoscere le vicende del paese e imparare a usare la comunicazione a fini di strategia politica, mentre i primi giornali scritti da ragazzi appaiono nei collegi transalpini nel 1820.

Nel 2005 due indagini in Francia sul rapporto tra giovani e stampa gratuita - più abbordabile, agile e colorata dei quotidiani nazionali -, e sui confini tra stampa d'iniziativa giovanile e media alternativi forniscono alcune tracce di comprensione. Un'inchiesta sul campo di Marie Christine Lipani Vaissade (Università Paris III), che ha coinvolto oltre mille ragazzi parigini tra i 17 e i 25 anni, rivela che i giovani leggono più volentieri la free press (20 minutes e Métro) rispetto ai quotidiani nazionali (al terzo posto Le Figaro, e poi Le Parisien, Le Monde, molto più indietro Libération, Echos, la Tribune) e puntano l'indice contro questi ultimi: "Troppa politica, articoli lunghi, difficili, noiosi, informazione piatta, priva di obiettività, poche illustrazioni...", commenti che ricalcano quelli dei giovanissimi giornalisti italiani di Penne sconosciute.

La ricerca di modi alternativi di fare informazione vanta comunque in Francia una storia di giornali, fogli, magazine giovanili che inizia negli anni Settanta e ancora oggi può contare su circa cinquecento titoli legati alla ripresa dei movimenti contestatari. Il ricercatore Pierre José Chadaigne li suddivide in cinque generi: stampa di contro-informazione, stampa degli alternativi, stampa underground e contestataria, le fanzines e le "graphzines".

E nel resto d'Europa? La Germania ha migliaia di testate giovanili, e il fenomeno è diffuso anche in Spagna e Ungheria. In Svezia i giovani preferiscono Internet per dibattere su nuovi modi di impegno e di definizione della politica. Secondo dati che risalgono allo scorso anno, infine, nella Russia post sovietica, in cui la censura ufficiale, già operativa al tempo degli zar, non esiste più ("ma resiste ancora quella interna", osserva Alexandre Sharikov della Scuola Superiore dell'Economia di Mosca), si contano diecimila giornali realizzati da giovanissimi studenti tra i 9 e i 17 anni, di cui trecento con diffusione nazionale, milleduecento studi televisivi scolastici e tremila pagine internet opera di adolescenti (dati 2004). Nella terra di PuÜkin, che fu tra i giovani autori nel 1811 del più antico giornale scolastico scritto a mano del Paese, è inoltre attiva da quindici anni l'agenzia Ynpress, una sorta di Tass dei giovani che diffonde notizie relative solo alle nuove generazioni.