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Manifesto: Il balletto «facinoroso» delle cellule studentesche

Universitari e lavoratori in Duomo

08/11/2008
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il manifesto

MILANO Mariangela Maturi
La risposta allo smantellamento del pubblico del progetto Gelmini (tanto per nominare solo l'ultima ruota del carro) si distilla ormai in pazienti azioni e contrazioni del movimento studentesco, mediaticamente ribattezzato l'Onda. Al classico corteo unitario, gli studenti preferiscono la morbida ma pungente prassi «situazionista» dell'imprevedibilità, ormai cavallo di battaglia del neonato movimento. Luigi, ricercatore del ramo biologia ed affini, filosofeggia su quello che in pratica sembra solo un confuso marasma: «E' una mitosi cellulare, cioè la divisione di un nucleo in due cellule figlie esattamente identiche. Dall'onda a tante piccole microonde destabilizzanti». Tradotto per chi non va forte in scienze, i cortei continuano a moltiplicarsi ma non sono indeboliti.
Ieri mattina, la cellula studentesca (centinaia di partecipanti) si è mossa da piazza Cairoli a piazza Fontana, dove si è svolta un'assemblea pubblica in attesa dell'altra cellula, quella universitaria. Che a sua volta, aveva compiuto la mitosi d'ateneo: da una parte gli studenti della Statale (Scienze politiche, Lettere e filosofia, Giurisprudenza...), dall'altra il Politecnico. Mentre il primo gruppo rallentava il traffico in zona Porta Romana e volantinava davanti alle segreterie didattiche della Statale, dall'altra parte della città i colleghi bloccavano con un sit-in piazza Argentina, dove tenevano «lezioni in pillole».
Risultato: mezza città paralizzata. Se poi si aggiunge che un'altra cellula si muoveva dalla stazione Centrale verso il Duomo per difendere il pubblico servizio, la somma degli addendi raddoppia il risultato: la paralisi era totale. Diciotto linee di autobus deviate, pubblico impiego in sciopero, e il vicesindaco De Corato che frigge perché «poche centinaia di manifestanti, forse 400, hanno bloccato la città con cortei selvaggi e non autorizzati».
Certo le preoccupazioni di una o l'altra cellula non sono le stesse. Licei e istituti superiori aprivano il loro corteo con lo striscione «Io non ho paura. Le denunce non fermano l'Onda», rivolto al ministro Maroni e a chi ha denunciato, nei giorni scorsi, i ragazzi che tentavano di occupare la propria scuola. A Milano è toccato a quattro studenti dell'Agnesi, ma se la sono vista brutta anche al Tito Livio, dove alcuni genitori agguerriti hanno spinto e minacciato i ragazzi in picchetto pur di far entrare i figli a scuola. Nonostante questi inconvenienti e la minaccia di alcuni professori di appioppare un 5 in condotta a chi occupa, le superiori milanesi resistono e da giorni organizzano cogestioni, laboratori e assemblee.
Altro affare è quello che riguarda il mondo dell'università, dove la mobilitazione è trasversale: oltre al movimento di sinistra (moderata e non) e quello marginale delle nuove destre (che oggi alla sede di Cuore Nero presentano il Blocco Studentesco milanese), sono scesi in campo anche i più timorati di dio, ovvero i ragazzi di Comunione e Liberazione, che al grido di «noi studiamo non protestiamo» organizzano assemblee per discutere della riforma.
Dopo le azioni di ieri mattina, i cortei studenteschi si sono incontrati al Duomo, per confluire nella manifestazione del pubblico impiego (Flc Cgil). Tra applausi e solidarietà, i lavoratori presenti con la loro bara «Servizio pubblico-caro estinto» hanno accolto i più giovani (pietà per loro e il precariato) e li hanno invitati a salire sul palco. Dove si è parlato della «necessità di unità fra studenti e lavoratori», come non accadeva da tempo.
Giusto per aspettare le lezioni in piazza delle 12,30, gli studenti si sono poi dati allo sport del momento: far correre poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa (e anche i giornalisti) tentando di imbroccare una via di fuga. Dal Duomo è partita l'ennesima maratona verso Palazzo Marino (150 metri) ma sostanziosi cordoni di polizia hanno accerchiato i ragazzi impedendo loro di proseguire. Del resto, le forze schierate erano esagerate: mezza dozzina di camionette blindate per i carabinieri, un po' d'esercito a fare da colore e celerini a dismisura.
Poco male. Dopo la ginnastica, un po' di cultura: si resta in galleria e in piazza Duomo a seguire le lezioni del giorno, su «La ricerca infinita del partigiano Milton», su «La rivoluzione khomeinista», su «Retorica e democrazia in Grecia e a Roma», e via studiando.
Per la prossima settimana, sono in programma altre fusioni interessanti (scienze della formazione incontra i maestri elementari), lezioni in pillole in metropolitana, assemblee...Aspettando la manifestazione nazionale a Roma di venerdì prossimo (treno da Milano giovedì alle 15). Tocca rassegnarsi alla maratona, le piccole cellule del movimento studentesco continuano a far correre tutti quanti.