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Manifesto: Il cerino della scuola «araba»

Scaricabarile tra Comune di Milano e ministero dell'istruzione sull'ok alla scuola egiziana. Aperta lunedì senza autorizzazione

11/10/2006
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il manifesto

Manuela Cartosio
Milano
Lo scaricabarile sulla scuola «araba» di via Ventura è arrivato al top, al ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni. Interpellato sulla vicenda, il ministro ieri ha rilasciato una dichiarazione lapalissiana e tartufesca: «In questo paese l'apertura di una scuola non si declina in base alla caratterizzazione della scuola stessa ma nel rispetto delle norme e delle autorizzazioni che devono e essere rilasciate dagli enti locali e dagli altri organismi preposti. Questo vale per chiunque. Se la scuola di Milano ha queste autorizzazioni aprirà, altrimenti no».
Si dà il caso che la scuola bilingue «Naghib Mahfuz», patrocinata dal consolato egiziano, sia già aperta da lunedì. Senza autorizzazioni. Proprio il ritardo delle concessioni ha convinto l'associazione «Insieme», ideatrice della scuola, a forzare i tempi. Forzare per modo di dire, visto che l'anno scolastico è iniziato da quasi un mese e la politica, per non pronunciare un sì compromettente essendoci di mezzo l'Islam, si rifugia nella burocrazia. Anche chi è contrario alle scuole separate, private, confessionali, etniche, comunitarie - e questo giornale lo è - deve riconoscere che la scuola di via Ventura subisce un trattamento di sfavore. Su di essa pesa il precedente della scuola di via Quaranta, legata a filo doppio a una moschea fondamentalista, giustamente chiusa un anno fa dal Comune per ragioni igieniche e di sicurezza. «Via Ventura non è una riedizione di via Quaranta», dicono da mesi genitori e insegnanti della nuova scuola. Per dimostrarlo esibiscono il patrocinio del consolato egiziano, che si era schierato per la chiusura di via Quaranta, garantiscono uno stretto controllo sui libri di testo. Annunciano che ogni insegnante di lingua araba sarà affiancato da un docente italiano, affermano che la religione musulmana non avrà più spazio di quanto ne abbia quella cattolica nelle scuole italiane, assicurano che a fine anno gli scolari della «Naghib Mahfuz» sosterranno da privatisti gli esami presso le scuole pubbliche. Tutto inutile.
Il Comune di Milano, tenuto a dare solo il nulla osta sulla struttura scolastica, ha effettuato ben nove ispezioni per verificare che in via Ventura bagni, uscite di sicurezza, maniglioni antipanico, altezza delle finestre siano a norma. E' tutto in regola, ma il Comune ha evitato accuratamente di trasmettere le carte e il suo ok alla direzione scolastica regionale. Che, in mancanza del nulla osta del Comune, sostiene di non poter rilasciare l'autorizzazione alla scuola «araba». La giunta Moratti vuole che il ministero si assuma la responsabilità politica di dire sì alla scuola di via Ventura. Il ministero viceversa. Divisi nel palleggiarsi la patata bollente, i due attori politici si alleano nel bollare l'apertura «illegale» della scuola come uno «strappo» inaudito.
«Sono tutti dei furbacchioni», commenta Sandro Antoniazzi, ex portavoce del centro sinistra a Palazzo Marino e ora nell'associazione «Insieme», «siamo stati costretti a partire per scoprire il loro gioco». Cosa faranno genitori e insegnanti di via Ventura se l'autorizzazione non arriverà? «Andremo avanti, siamo tranquilli. I lavori di ristrutturazione sono stati fatti a regola d'arte e nel rispetto scrupoloso delle norme. Sfido chiunque a trovare una scuola più sicura in Italia. Quanto alla didattica, la nostra scuola è uguale in tutto e per tutto a qualsiasi altra scuola straniera. Perché ci discriminano?». Magari, azzardiamo, perché il proliferare delle scuole islamiche in Gran Bretagna si è rivelato un fallimento. Amartya Sen, per citare solo il nome più prestigioso, non perde occasione per ricordarlo. «Penserai mica che chi non rilascia le dovute autorizzazioni legga Amartya Sen», sbotta Antoniazzi, «e comunque noi siamo i primi a criticare il modello comunitario inglese. Non vogliamo riprodurlo qui. Via Ventura vuole essere un piccolo esperimento di integrazione, ci sono solo le elementari e le medie, coinvolgerà al massimo 150 scolari. Ce lo lascino fare, poi valuteremo i risultati».
Di certo non si abbeverano ai testi del premio Nobel, critico delle mono-identità, i venti-leghisti-venti che ieri hanno presidiato la scuola di via Ventura. In quanto paladini della scuolette «padane», sono gli ultimi ad avere i titoli per manifestare contro la scuola «araba».