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Manifesto: «Il governo affossa la scuola i sindacati ci sostengano»

SUL TETTO A ROMA Il precario Francesco, 34 anni

05/09/2009
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il manifesto

Sara Farolfi
Una laurea in scienze politiche a Napoli, un dottorato a Firenze, due anni di Ssis (la scuola di specializzazione per l'insegnamento, ora abolita), un anno di abilitazione per il sostegno e due anni di lavoro vivo (di sostegno) prima a Civitavecchia poi a Roma. Per sapere cosa lo aspetta quest'anno, Francesco Locantore, 34 anni, alle 14 di ieri è sceso dal tetto dell'ufficio provinciale del lavoro di Roma, dove era salito alle 11 della mattina insieme ad alcuni colleghi e a uno striscione, «i tagli alla scuola pubblica: una truffa per tutti». Inutilmente: le convocazioni per le cattedre a tempo determinato (settembre-giugno) si sono fermate a 50 posti dal suo nome. Al ritorno al presidio organizzato dal comitato precari di Roma, non gli hanno permesso di risalire sul tetto, ma non importa, erano in tanti anche sotto a dare voce alla protesta: «Questa notte (ieri ndr) non scenderanno dal tetto, forse resteranno fino all'assemblea di lunedì pomeriggio, assedieremo il provveditorato perchè così si distrugge la scuola pubblica».
Spiegati meglio.
Prendiamo il sostegno. Solo nella mia graduatoria quest'anno sono state tagliate 40 cattedre. Diminuiscono gli insegnanti nonostante le iscrizioni di disabili aumentino, incentivando così il ricorso alle 'scuole speciali', spesso cattoliche e frequentate esclusivamente da disabili, con buona pace del progetto di integrazione che risale alla legge del 1992 e che presuppone la commistione. Così succede che i disabili hanno meno ore di sostegno perchè un insegnante si ritrova a doverne seguire 4 e non 2; oppure vengono inseriti più disabili in una classe, persino più di 2 quando per legge dovrebbe essere uno, magari con poche ore di sostegno. Gelmini dice che se ne occuperanno gli insegnanti di classe, ma la verità è che a loro non viene fornita una formazione neppure per quelle disabilità, come la dislessia, che già dovrebbero gestire.
E quindi cosa chiedete?
Il ritiro del piano di tagli, ma che anche a livello locale si tenti di reintegrare cattedre tagliate e che a questo fine, e non ai «contratti di disponibilità», vengano dirottate tutte le risorse disponibili.
Perchè non vi piacciono i contratti di disponibilità?
Si tratta di un'elemosina che tampona il problema solo per alcuni. È anche una soluzione temporanea - in attesa della seconda tranche di tagli che arriverà l'anno prossimo - che non risolve affatto i problemi di qualità della scuola pubblica.
Voi cosa proponete?
Sulla scuola vanno investite risorse. Già oggi non si lavora bene: seguire un ragazzo autistico per un anno non serve a niente, serve tempo per costruire una relazione, e questo discorso vale anche per le altre materie. Perciò chiediamo che tutti i precari che lavorano su posti vacanti vengano assunti. Spesso siamo chiamati supplenti, non è corretto. Supplente è chi viene chiamato per un periodo limitato dalle scuole, noi siamo chiamati dagli uffici scolastici provinciali per lavorare da settembre fino al 31 giugno, o al 31 agosto. Siamo una parte consistente del corpo docente, anche se allo stato costiamo meno in termini di ferie non pagate e di scatti di anzianità non riconosciuti.
Non deve essere facile l'organizzazione collettiva, in un settore così individualizzato...
Dopo le mobilitazioni dell'anno scorso, a luglio è nato il coordinamento dei precari della scuola. Siamo in contatto costante, abbiamo un forum on line attraverso il quale discutiamo. Ci hanno messo nella condizione di pensare più ai nostri problemi individuali che al dato complessivo che investe il mondo della scuola, è difficile prendere coscienza di una situazione comune, ma in questi giorni sembra stia avvenendo.
Ai sindacati cosa chiedete?
Abbiamo ricevuto la solidarietà di Cgil e Cobas, riuscendo a mettere insieme chi non lo faceva da anni. A tutti chiediamo di non contrattare al ribasso, per esempio con i contratti di disponibilità, e continuare la mobilitazione, cosa che sia la Cgil che i Cobas pare abbiamo intenzione di fare.
E arriviamo a questa 'mania' dei tetti. Effetto Innse?
Ci siamo ispirati all'Innse, esempio di una lotta che ha portato un risultato. Oggi molti pensano che la lotta collettiva è inutile perchè non dà risultati, l'Innse ha dimostrato invece che se si è determinati i risultati si possono ottenere. Insomma, è difficile, ma ci proviamo anche noi...