Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Manifesto-Il governo scippa 100 milioni di euro al Fondo sociale e li destina alle scuole paritarie

Manifesto-Il governo scippa 100 milioni di euro al Fondo sociale e li destina alle scuole paritarie

Un obolo per le private Il governo scippa 100 milioni di euro al Fondo sociale e li destina alle scuole paritarie CINZIA GUBBINI ROMA L'operazione è degna di Arsenio Lupin nei suoi giorni migli...

20/11/2003
Decrease text size Increase text size
il manifesto

Un obolo per le private
Il governo scippa 100 milioni di euro al Fondo sociale e li destina alle scuole paritarie
CINZIA GUBBINI
ROMA
L'operazione è degna di Arsenio Lupin nei suoi giorni migliori: come scippare soldi prendendosi pure gli applausi. Ma dietro c'è anche l'ispirazione di Robin Hood, però al contrario. Qui si ruba ai poveri per dare ai ricchi. Tutto sta scritto nero su bianco in uno degli ultimi emendamenti alla finanziaria approvati al senato, dove la legge è stata licenziata il 14 novembre. L'emendamento in questione introduce il "reddito di ultima istanza" (una sorta di assegno di povertà) stabilendo che verrà finanziato attraverso il Fondo nazionale per le politiche sociali, qualora le regioni decidessero di istituirlo. Ma nello stesso emendamento si dice in un inciso: "detratte una quota fino a 20 milioni di euro per l'anno 2004 e fino a 40 milioni per ciascuno degli anni 2005 e 2006 da destinare all'ulteriore finanziamento delle finalità previste dall'articolo 2 comma 7 della legge 289/2002". Fuori dai termini burocratesi, significa che quell'"ulteriore finanziamento" andrà ad aggiungersi agli stanziamenti, previsti dalla scorsa finanziaria, di 30 milioni di euro per gli anni dal 2003 al 2005 a favore delle scuole paritarie.

"E' un attacco senza precedenti alla scuola pubblica, in perfetta linea con la politica di questo governo - commenta Claudia Pratelli dell'Unione degli studenti, l'organizzazione che per il 29 novembre ha indetto una manifestazione nazionale a Roma - è da irresponsabili, di fronte a una politica di tagli alla scuola pubblica, trovare 100 milioni di euro aggiuntivi per finanziare le scuole private. L'impressione che ne traggo è che il governo, in una fase difficile, ha dovuto trovare i soldi per pagare una cambiale elettorale".

In effetti, la modalità è sconcia: con una frase infilata tra due virgole si decide di innaffiare di soldi pubblici le scuole private, quando tutta la finanziaria 2004 destina alla scuola pubblica soltanto 90 milioni di euro in risorse aggiuntive. Ma non finisce qui, perché l'emendamento va inquadrato nella sua totalità. Con una mano il governo concede: la finanziaria infatti prevede un incremento di circa 200 milioni di euro per il Fondo nazionale per le politiche sociali, uno strumento attraverso cui si sostengono una serie di interventi, dalle politiche per gli anziani a quelle per l'handicap. Con l'altra mano scippa al Fondo 100 milioni di euro per le scuole private, e ulteriori 45 milioni di euro "da destinare al potenziamento della ricerca scientifica e tecnologica".

Con questo Fondo, secondo il governo, si fa un po' di tutto: si finanziano le private, si fa ricerca scientifica, e si fa pure "il reddito di ultima istanza", un'invenzione di Maroni che dovrebbe sostituire l'assegno di povertà. Come ha notato il senatore dei Verdi Ripamonti nella discussione finale al senato, l'emendamento oltre che essere "odioso" per la questione della scuola, rischia anche di innescare una "guerra tra poveri", visto che i soldi per l'assegno di ultima istanza verranno di fatto tolti ad altri importanti interventi di carattere sociale.

"L'emendamento approvato ha dell'incredibile - commenta la senatrice Ds Chiara Acciarini - Abbiamo già avuto modo di apprezzare come il ministero distribuisce i soldi a favore delle scuole private: nel primo decreto applicativo, approvato quest'anno, che stanzia 30 milioni di euro, si dice esplicitamente che quei soldi servono per rimborsare una parte delle rette, e non si intendono dunque come fondo per una funzione perequativa dello stato, ma proprio per incentivare l'iscrizione alle private".