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Manifesto-L'Europa sociale sfila a Bruxelles

L'Europa sociale sfila a Bruxelles Attesi in 100 mila al corteo di sindacati e movimenti. Divisi sulla guerra e sulla Costituzione europea, uniti contro la Bolkestein ALBERTO D'ARGENZIO BRUXELLES ...

19/03/2005
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il manifesto

L'Europa sociale sfila a Bruxelles
Attesi in 100 mila al corteo di sindacati e movimenti. Divisi sulla guerra e sulla Costituzione europea, uniti contro la Bolkestein
ALBERTO D'ARGENZIO
BRUXELLES
Lievitano da 50 a 100 mila i manifestanti arrivati a Bruxelles da tutta Europa per celebrare il matrimonio - peraltro a metà - tra sindacati e movimenti. Con loro aumenta la pressione sull'Europa istituzionale impegnata a pensare lo sviluppo senza il lavoro, e soprattutto monta la spinta contro la direttiva Bolkestein e contro la Commissione che la difende ormai con imbarazzo e disordine, ma che continua ancora a puntare sulla liberalizzazione dei servizi, sul principio del paese d'origine e quindi sulla mancanza di garanzie per il lavoro. E poi tantissimi no alla guerra - il tema che divide i movimenti e la confederazione dei sindacati europei, la Ces - e tanti no alla Costituzione europea, il tema che divide i sindacati. Appuntamento all'ora di pranzo in tre punti diversi intorno alla Gare du Midì, al limite sud del centro brussellese, zona di forte immigrazione araba. Da un lato la Confederazione dei sindacati europei, un po' più in là i giovani - sezioni junior dei sindacati, studenti e alcuni movimenti giovanili - e a Port d'Anderlecht i movimenti che hanno messo in piedi un villaggio associativo. Discorsi, musica dal Burkina Faso e rock autoctono, spettacoli teatrali, scuole di samba e fanfare (lato movimenti) poi alle tre e mezza di pomeriggio tutti in marcia, ma in ordine: prima i giovani, quindi i sindacati e per ultimi i movimenti. Meta la Gare du Nord, due chilometri di percorso a sezionare in due il centro di Bruxelles. Il corteo sarà uno solo, ma le manifestazioni due, come due sono le piattaforme, segno che il matrimonio tra movimenti e sindacati non è ancora stato consumato a dovere. Ci provano la Cgil, la francese Cgt, le belghe Csc e Sgtb e i tedeschi che stanno sulle due sponde: social forum e Ces.

Intanto si parte in parecchi. "Saremo in 100 mila" ha annunciato ieri Wolfgang Kowalsky della Ces durante il seminario organizzato dal gruppo comunista al Parlamento europeo sulla Bolkestein. Un annuncio al rialzo, frutto di una certa prudenza iniziale, ma anche della crescente importanza suscitata dall'evento in questi ultimissimi giorni. Un po' di pepe ce l'ha messo pure la Commissione. Barroso ha parlato lunedì al Lisbon Council, un gruppo di pressione che spinge per l'attuazione della Strategia di Lisbona, gettando benzina sul fuoco. Il presidente della Commissione si è rimangiato le parole sulla revisione della Bolkestein, ha affermato che manterrà il discusso principio del paese d'origine, cuore della direttiva e causa di dumping sociale e fiscale. Nell'occasione il presidente del Lisbon Council ha pure detto che chi sarà oggi a manifestare "nel migliore dei casi lo farà per ignoranza, nel peggiore per stupidità".

Tra gli ignoranti o gli stupidi ci saranno tutte le sigle sindacali dei 25 e anche di Svizzera e Romania, Attac, Legambiente, Emergency, Arci, movimento anti-guerra, collettivi di migranti, il Coordinamento delle comunità arabe belghe, movimento nord-sud, la Confederation paysanne con José Bové, i No Vox dalla Francia, il gruppo Hoc dalla Turchia, il Collettivo dei disoccupati polacchi, Stop precarité, la Federazione democratica internazionale delle donne, i gruppi anti-razzismo belgi, il social forum olandese, tedesco, belga, italiano, francese e quello greco, anfitrione del Fse dell'anno prossimo. In pochi dall'est, dalla nuova Europa. "Hanno problemi economici - spiega Frank Slegers del locale movimento anti-guerra - ci saranno solo poche delegazioni, puntano ad esserci ad Atene l'anno prossimo, intanto dobbiamo sostenerli". Presenti anche parecchi partiti, non come promotori ma sparsi tra le tre anime del corteo. Tra gli altri i socialisti e verdi belgi, sia fiamminghi che valloni, le sezioni europee di Rifondazione, i verdi. La scena sindacale è occupata dalla Bolkestein, dalla lotta contro la direttiva sull'orario di lavoro e contro la riforma della Strategia di Lisbona annunciata da Barroso. Tra i movimenti il filo rosso dell'Europa sociale si arricchisce con un no rotondo alla guerra e al muro in Palestina, un dibattito sul conflitto basco, la Costituzione europea, l'immigrazione e la questione ecologica.