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Manifesto: «L'università funziona male ma questa legge la peggiora

STUDENTI · Una lettera aperta per spiegare cosa sta accadendo negli atenei

09/11/2008
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il manifesto

Siamo gli studenti delle Università degli Studi di Milano, Milano Bicocca e del Politecnico di Milano, in mobilitazione insieme ai lavoratori, ai tecnici e ai docenti. Scriviamo questa lettera, rivolta a tutti, per rendere pubbliche le motivazioni di ciò che sta accadendo negli atenei. La protesta è rivolta principalmente contro la legge 133/08 (finanziaria Tremonti), che prevede il decurtamento del Fondo di Finanziamento Ordinario (art. 66, comma 13) stanziato ogni anno dallo Stato, dal quale l'Università trae la maggior parte delle risorse; un taglio, per un totale di 1 miliardo 441 milioni di euro dal 2009 al 2012, che andrebbe a tamponare altre spese (crisi del sistema bancario, debito di Alitalia, taglio dell'ICI). Molte Università pubbliche, se la situazione non cambia, si troveranno in seria difficoltà: i rettori Decleva e Fontanesi, della Statale e della Bicocca (atenei «virtuosi» nella gestione dei fondi), hanno fatto sapere che probabilmente non riusciranno a chiudere il bilancio già nel 2010. Gli atenei sarebbero quindi costretti a trasformarsi in fondazioni private, come prevede l'art.16, con conseguenze negative: l'eliminazione del tetto massimo per le tasse universitarie e la svalutazione o scomparsa delle Facoltà non commercialmente redditizie; una limitazione del Diritto allo Studio garantito dalla Costituzione Italiana. L'art.66 prevede poi il blocco del ricambio docenti: ogni 5 professori che andranno in pensione nei prossimi anni è prevista l'assunzione di un solo ricercatore. I docenti e i ricercatori saranno così costretti a sopportare il peso di una didattica che li priverà del tempo necessario alla ricerca. Questo, unito alla diminuzione dei fondi statali destinati alla ricerca, che sono già da anni sotto la media europea (dati OCSE), aggraverà inevitabilmente la «fuga dei cervelli» italiani, privando il paese di molte delle sue migliori menti. Noi studenti non vogliamo difendere la situazione esistente: il sistema universitario funziona male, ma questa legge porterà solamente ad un ulteriore peggioramento ed al probabile collasso del sistema universitario pubblico. La nostra protesta è apartitica e trasversale: non ci muove una fantomatica «sinistra». È pacifica: condanniamo gli episodi di violenza e i tentativi di aumentare la tensione. È consapevole: non siamo fannulloni che non hanno voglia di studiare, semmai il contrario, come dimostrano le lezioni in piazza; la conoscenza è ciò che per noi viene prima di tutto.Il nostro unico scopo è far sì che l'Università pubblica continui ad esistere, migliorata da una riforma che sia effettivamente tale, non dettata da mere questioni economiche, e che preveda un dialogo tra tutte le parti coinvolte. Proponiamo quindi un tavolo di trattative tra gli Atenei, gli studenti e il Ministero dell'Università e della Ricerca che cerchi soluzioni reali ai molti problemi dell'università italiana. Gli studenti e i dottorandi delle Università degli Studi di Milano, Milano Bicocca e del Politecnico di Milano