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Manifesto: La ministra Gelmini: «L'Ocse mi dà ragione»

GOVERNO · «Andremo avanti con tagli e merito»

10/09/2008
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il manifesto

Andrea Gangemi
ROMA
«Per la scuola spendiamo molto, circa 43 miliardi di euro, perfettamente in linea con la media europea. La scuola non migliora con più soldi, ma spendendo meglio e valorizzando gli insegnanti». Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini coglie la palla al balzo e commenta i dati del rapporto Ocse sull'istruzione rilanciando il suo «grande progetto educativo». Che però non è suffragato dai dati europei quando ipotizza una riforma degli ordinamenti che preveda «un minor numero di ore di lezione ma con un maggiore peso specifico». Come nota anche la Rete degli studenti: «Ha ragione Gelmini quando dice che i docenti italiani sono mal pagati - si legge in un comunicato - ma prende una cantonata sulle ricette: le ore di scuola in Italia sono inferiori al resto d'Europa ma il governo per tagliare i fondi, le diminuirà ancora». A completare il piano programmatico per la scuola che il ministro presenterà ai sindacati nei prossimi giorni, c'è la meritocrazia alla Gelmini, «per ridare autorevolezza agli insegnanti»: «Il parlamento dovrà modificare le modalità per il reclutamento, prevedere per loro una valutazione e una carriera - spiega il ministro ai microfoni di Radio due -, mentre ora i docenti avanzano solo per l'anzianità e non per i risultati conseguiti, e - conclude - trovare anche le risorse per pagarli meglio, adeguandone gli stipendi». La ministra Gelmini annuncia quindi che presto presenterà anche le linee-guida sull'università che, secondo l'Ocse è il settore più in sofferenza del sistema scolastico italiano. E a proposito dell'incontro coi sindacati, dal palco del convegno della Uil scuola, a Fiuggi, il segretario generale Luigi Angeletti invita la ministra a «discutere le politiche scolastiche con spirito costruttivo», mentre la Cisl scuola chiama gli insegnanti a «un'intensa campagna di mobilitazione - come annuncia il segretario Francesco Scrima - per opporsi a una manovra di inaudita pesantezza». «Se non cambieranno le intenzioni del governo su tagli e riforma - dice invece il segretario generale Flc-Cgil, Enrico Panini -, dopo la manifestazione nazionale andremo verso lo sciopero generale».