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Manifesto-La riforma di chi fa scuola

La riforma di chi fa scuola L'hanno scritta insegnanti, genitori e studenti E' l'anti-Moratti fatta legge. Obiettivo: 50 mila firme CINZIA GUBBINI E' la prima volta che succede: la riforma della s...

07/02/2006
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il manifesto

La riforma di chi fa scuola
L'hanno scritta insegnanti, genitori e studenti E' l'anti-Moratti fatta legge. Obiettivo: 50 mila firme
CINZIA GUBBINI
E' la prima volta che succede: la riforma della scuola, questa volta, l'hanno scritta insegnanti, genitori e studenti. La proposta di legge di iniziativa popolare che ridefinisce il sistema educativo nazionale è stato depositato ieri alla Corte di Cassazione. Ora l'obiettivo è raccogliere, in sei mesi, 50 mila firme. L'idea è partita a novembre 2004 in un' assemblea nazionale a Venezia dei Coordinamenti che si sono battuti contro la legge Moratti. A sostenerla è stato principalmente il gruppo di Rete scuole, realtà forte soprattutto nel milanese e animatrice del visitatissimo sito retescuole.net. Si sono costuiti comitati ad hoc in tutta Italia (67 quelli ufficiali), l'elaborazione è avvenuta principalmente sulla piazza telematica con quintali di e-mail e una volta stilato il testo base è stata convocata un'assemblea a Roma a cui ha partecipato un delegato per ciascun comitato, per votare gli emendamenti. Una sorta di "assemblea costituente - spiega Marco Donati, di Retescuole.net - perché sentiamo l'esigenza di ripartire dalle basi del ragionamento sulla buona scuola, partendo dall'esigenza di chi la scuola la fa".

La proposta di legge prevede che il sistema educativo di istruzione si articoli in nidi d'infanzia, scuola di base (scuola dell'infanzia, elementari e medie) e scuola superiore. L'obbligo scolastico è a diciotto anni, al comma 5 dell'articolo 3 viene sancito che lo stato destina, ogni anno, "almeno il 6% del prodotto interno lordo" al sistema educativo. D'altronde la scuola che vorrebbero gli insegnanti e i genitori che hanno concepito la legge prevede classi con non più di 22 alunni, una dotazione organica che concede una maggiorazione per gli interventi contro la dispersione scolastica, per l'inserimento degli alunni disabili, per l'alfabetizzazione e l'integrazione delle alunne e degli alunni migranti. Per quanto riguarda le scuole superiori, riformate per la prima volta dal `23 proprio dalla legge Moratti, si prevede un sistema di cinque anni suddiviso in un biennio unitario e in un triennio di indirizzo. Interessante l'articolo dedicato allo studio-lavoro, un percorso previsto nei trienni di indirizzo di tutte le scuole, al fine "agevolare le scelte professionali future degli/lle studenti, mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro". Le scuole stipulano convenzioni con realtà lavorative pubbliche e private ma "sono esclusi dalle convenzioni i Centri e gli enti di Formazione Professionale e le Agenzie Regionali per l'Impiego". E' sempre prevista, inoltre, la presenza del docente che alla fine deve anche presentare una relazione scritta. Il titolo V è quello dedicato alle abrogazioni: la legge delega Moratti è, ovviamente, al primo posto. Ma viene a cadere anche la legge che, durante il centrosinistra, cassò la figura del preside per sostituirlo con quello del "dirigente di istituto". "La nostra è una proposta - spiega Bruno Moretto, che anima il Comitato bolognese - ma il messaggio è chiaro: non accetteremo più di delegare a nessuno".